Son tumefatto da una serata all'insegna dei bagordi, ho delle pesche enormi sotto gli occhi e dei rimasugli di vomito e sangue sulla felpa che, andando a letto ieri notte, non ho avuto la forza e la buona creanza di sfilarmi di dosso. Il fiato mi puzza e mi fa male la testa, se quando avevo 12 anni mi avessero mostrato un'istantanea di me in questo momento forse non ci avrei mai voluto credere. Guardarmi allo specchio fa sempre più male alla mia autostima che, per inciso, cala vertiginosamente di giorno in giorno.
Son cose alle quali non so resistere: appuntamento alle sette e mezzo al bar "Le tube di Falloppio", ove la pochezza di spirito dona quiete all'uomo inetto e un po' cialtrone, con Giusva Palestrati, Mimmo Gaurdacavallo e Sincero Cerotti a gozzovigliare tra coctails variopinti e crostini fosforescenti. Poi, dopo aver mangiato poco e bevuto tantissimo, si salta in macchina diretti verso una qualsiasi balera, dancing, night club e qualsiasi altro posto presente nel raggio di 100Km che sia dotato di una strobosfera, pessima musica, pali da lapdance e tante signorine a pagamento.
Ieri purtroppo si è rivelata essere una domenica piuttosto sfortunata per noi poveri erotomani alcolizzati, una domenica vittima del sabato che la ha preceduta, carica di chiusure per derattizzazione, per sanzioni contro la vendita di alcolici oltre l'orario consentito e per denunce riguardanti lo sfruttamento della prostituzione. Ed è stato così che la totalità dei nostri locali preferiti ieri sera son rimasti chiusi. La dura legge del proibizionismo ci ha colpiti duramente, impedendoci di poter praticare il nostro sport preferito: la vita di merda.
Siam stati costretti, considerata la mesta situazione, a dirigerci verso uno di quei posti a metà tra il pub e la discoteca, ma una discoteca di quelle normali, quelle dove la gente va a conoscersi e ad iniziare magari, chissà, un incredibile love story con tanto di canzone d'amore a fare da colonna sonora e pensierini dolci dolci spediti via sms con la tariffa "you and me".
La serata a questo punto si prospettava un po' del cazzo: per fare del sesso squallido ed appiccicaticcio bisognava parlare ed essere brillanti e non pagare ed essere spoetizzanti, cio' donava alle ore a venire un sapore molto simile a quello di un rutto di barbone.
Sentivamo del disagio in progressione una volta oltrepassata la soglia del locale, vedevamo gente ben vestita ( o per lo meno non si vestiva con i vestiti dati in donazione dai cugini più grandi come noi altri poveri stronzi) che ballettava e parlava, parlava e ballettava. Timidi passi di danza e chiacchiere accennate, un senso di totale mancanza di spontaneità a permeare l'etere, una totale devozione per la noia ad incorniciare i volti degli avventori: la situazione era peggiore di quello che ci immaginavamo prima di entrare, l'unica soluzione, a quel punto, poteva essere solo bere.
E abbiam bevuto.
Come le bestie bevono
senza ritegno
senza riguardo
per noi stessi
per gli altri
madonna puttana
se abbiamo bevuto
d'altra parte è così, se la situazione non ti è consona e vuoi tirar a far serata l'unica soluzione per ambientarti o, per lo meno, lenire i sintomi da inadeguatezza è sicuramente ubriacarsi come delle vecchie puttane. L'unico problema purtroppo è che ognuno reagisce nei modi più disparati:
a me, personalmente, prende la sbornia triste e sono totalmente inabilitato a muovermi e a relazionarmi, mentre a Giusva, Mimmo e Sincero prende la botta violenta e basta niente per farli andare in bestia tutti e tre e generare una rissa dai risvolti truculenti e sanguinosi.
"oh ragasci, vado in bagno... pissiare..." faccio agli altri mentre con difficoltà cerco di alzarmi
"cascio disci?" mi chiede Sincero
gli agito la mano davanti come a dire "niente tranquillo, lascia perdere"
e barcollando mi avvio verso la lucina che indica la toilette
ad un certo punto, mentre sono a metà del mio basculante ed incerto tragitto, sento un rumore metallico, come l'infrangersi di una lastra sul pavimento. Mi giro di scatto e vedo un cameriere con Giusva davanti intento a strattonarlo per la camicia. Alla mia destra arrivano dei buttafuori incazzatissimi che si dirigono verso i miei amici. Inizia la discussione e dopo poco partono i cazzotti.
Lì per lì non riuscivo a capire, l'alcol assunto mi deteriorava la percezione del pericolo e soprattutto il senso d'empatia e collaborazione verso i miei compagni d'avventura ma soprattutto, anche se avessi capito, non mi avrebbe permesso di fare dei grossi movimenti, visto che per farmi cadere al suolo sarebbe bastato un semplice spintone in quel momento. Intanto la rissa scoppia tra i miei amici ed i buttafuori e gli ultimi sembrano proprio riuscire ad avere il sopravvento sui primi, una massa piuttosto consistente di persone si allontana dal luogo della colluttazione in corso ed alcuni di loro mi urtano in malo modo e mi fanno traballare. Ad un certo punto sento che sto per cascare e allora la mia mano, in un ultimo, disperato gesto di lucidità, si aggrappa alla prima cosa che gli capita a tiro: la gonna di una tipa. La gonna si strappa ma io riesco a cadere in ginocchio e a rialzarmi (ovviamente con difficoltà), davanti a me c'è un tizio che mi squadra e accanto a lui una tipa che urla terrorizzata:
"oddio, la mia gonna! la mia gonna!!!" fa lei mentre piange
"Non ti pveoccupave cava, ci penso io a questo scveanzato!"fa lui mentre si avvicina
"cascio vuoi?" faccio io mentre basculo
"come ti pevmetti animale?"fa lui mentre si avvicina e carica il pugno
"la mia gonna!la mia gonna!" fa lei mentre piange e le lacrime le struccano il viso
"cascio vuoi?"faccio io mentre basculo
"ova te la devi pvendeve con me, maniaco e stupvatove!!!" fa lui mentre sta per sferrarmi un fendente
che non riesce ad affondare nel mio volto poiché, ormai sfinito e azzerato dall'alcol, cado al suolo faccia a terra poco prima che il suo pugno possa ghermirmi.
Le ultime parole che mi ricordo, prima di essere buttato fuori dal locale a calci nel culo insieme agli altri tre, sono il tipo che fa:
"Guavda Bvigitta, siamo solo alla pvima uscita insieme e già faccio sfoggio di vivilità al fine di difendevti. Cvedo che a questo punto, per sdebitavti, mi sei debitvice di un pompino mentve guido la mia poVsche"
"ma io veramente..."fa lei mentre si asciuga le lacrime
"cosa fai? osi contvaddivmi?Guavda che ti faccio licenziave dal mio papà!" fa lui mentre l'afferra per un braccio conducendola via
Alla fine a questo mondo tutti cerchiamo di fare schifo, ognuno a modo suo e, in quanto essere umani, direi che la cosa che ci riesce piuttosto bene.
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