domenica 29 luglio 2012

Voi, tipo, bisognerebbe che v'ammazzaste

In questo Luglio dalle temperature insopportabili, in questa stagione che si contraddistingue per le ascelle importanti, i piedi aromatizzati e le fiatelle scortesi, molti di voi, non avendo un cazzo da fare, preferiscono andare nei luoghi volgari tipo il mare a sciacquarvi le palle e la patatine e a scavare fossette nella sabbia al fine di nascondere erezioni vistose. La gente come me che, imperterrita ma al contempo sconfitta, continua ad andare a lavorare, aggiungendo nuovo odio a quello ormai accumulato negli anni, e a prodursi in post su disagio a vita atti a far incazzare le persone del cazzo tipo voi che mi date del pessimista, del rancoroso e dell'invidioso. Quello  che non riuscite a capire è che Disagio a Vita è una prova d'amore nei vostri confronti, un attestato di stima, una preghiera continua di ringraziamento nei confronti di chi, come voi, continua ad inquinare questo globo con la sua sola presenza per poi venirti a dire che bisogna essere socievoli e sorridere agli eventi dell'esistere, siano essi positivi o negativi. Se non fosse per voi disagio a vita non potrebbe esistere e, ogni giorno, non timbrerebbe il cartellino dell'odio e dell'accidia!
Disagio a vita vi ama quindi e voi potreste ricambiarlo con un piccolo favore, un favore che, in questi tempi di crisi ed incertezza economica, non è che un semplice ed impercettibile sforzo rispetto a quelli richiesti dal governo, dalla comunità europea e dai capoccia dell'economia internazionale: suicidatevi! In fondo, parliamoci chiaro, a che serve insistere col vivere? Non andrete mai in pensione, comunque sia non avrete mai più la possibilità di trovarvi un lavoro decente, anche gettarvi in lavori di natura artistica non vi servirà ad alcunché poiché l'arte ormai, in qualsiasi sua forma, è inflazionata e sovrappopolata da proposte di ogni tipo che non fanno altro che depistare e distrarre l'utente medio lasciandolo nel ruolo di contemplatore e mai in quello di compratore, l'amore, nella sua vecchia concezione tradizionalista, è destinato a sparire in via definitiva per essere rimpiazzato in tutto e per tutto da quello a pagamento, più economico e meno impegnativo, l'annoiarsi sta diventando il nuovo divertirsi (più ci si annoia in una situazione più si è considerati di un certo spessore), le religioni non possono più colmare il vostro vuoto ideologico e spirituale, ogni cosa è stata già vista, ogni suono è stato ascoltato, ogni dio è stato pregato, ogni lavoro è stato umiliato, ogni forma di governo è stata provata ed è fallita, tutto è fallito... Ecco allora che potreste unire l'utile al dilettevole e cioè suicidarvi e, al contempo, fare pubblicità a Disagio a vita! La cosa la vedrei bene così: suicidatevi in un modo che non sia lesivo dell'ambiente che vi circonda (niente gas, niente affogarsi nella vasca...), per esempio tagliatevi le vene, buttatevi giù dal palazzo, impiccatevi e, prima che tutto ciò avvenga, prendetevi cura di lasciare il computer accesso e di lasciarlo collegato ad internet, lasciate in bella vista la pagina (in particolar modo questo post) di disagio a vita di modo che il primo che cercherà, in vano, di salvarvi noti che l'ultima cosa che potreste aver fatto è visitare questo blog e aver letto queste mie parole. Il giorno dopo le testate locali potrebbero titolare: "Legge un blog del cazzo e s'ammazza" "Blog scriteriato invita i suoi lettori al suicidio e ci riesce. Tragedia in una famiglia del ravennate" "Disagio a vita contiene messaggi subliminali atti a deteriorare il cervello? La parola al vescovo!" Magari verrebbe fuori anche un qualche stronzo che, dopo aver studiato attentamente la lettera aperta a Withney Houston, se ne uscirebbe con una minchiata del tipo che, se letto al contrario, Disagio a Vita contiene messaggi subliminali, magari qualcun altro direbbe che il nome "Herr Von Disgrazia" altro non è se non una furba e maccheronica traduzione de "Il signore della disgrazia" e cioè Lucifero!!!! Verrei invitato da barbaro d'urso e finalmente potrei fare una mega limonata con lei e la santanché dietro le quinte di domenica cinque... già mi ci vedo, seduto in quel salotto domenicale a fare il gagarone, a lamentarmi della mancanza di libertà d'espressione in questo paese, con sgarbi che impreca, la mussolini che mi accusa di essere comunista e la santanchè che mi accusa di essere un islamico. Mi farei tatuare sul petto una scritta tipo "disagio a vita's", memore di quella di fabrizio corona "corona's" e finalmente farei il bell'uomo per il paese, mi metterei con una velina e mi chiamerebbero a fare l'opinionista stravagante e iper polemico nelle trasmissioni di sinistra su la7...
Sarebbe fantastico...

lunedì 23 luglio 2012

Lettera aperta a coloro i quali, ogni mattina, a bordo della loro macchina, vedendomi sulle strisce, accelerano

Dal lunedì al venerdì, come mio solito, mi alzo, faccio colazione e poi mi avvio al lavoro. A piedi. Poi, per mia grande sfortuna, quasi sempre, t'incontro
grandissimo stronzo!
Attraverso le strisce ed arrivi tu, maschio o femmina che tu sia, e con quella tua faccia da idiota isterico
acceleri per convincermi a fare al più presto ad attraversare quelle cazzo di strisce oppure a desistere totalmente dal farlo. Vinci sempre tu, in un senso o in un altro, e questa cosa, so per certo, ti dona un certo godimento, un certo senso di potere; m'immagino la tua faccia cambiare espressione, da nevrotico folle  ad un sorrisino compiaciuto da imbecille. Quante volte ti ho maledetto, cane infigardo e privo di senno, quante volte ho maledetto te, la tua famiglia, la tua compagnia assicurativa, chi ti forniva lavoro, che ti aveva mandato a scuola, chi ti aveva nutrito ed accudito fino al giorno della tua tanto agognata indipendenza economica, le donne/gli uomini che ti hanno amato, le persone che ti son state vicino negli attimi di sconforto e di dolore, la tua prole, i tuoi avi e soprattutto quella merda di scuola guida che ti ha fornito la patente. Se ogni volta che vado a lavoro portassi un kalshnikov molto probabilmente arriverei al lavoro con un sorriso soddisfatto e compiaciuto e la mia giornata inizierebbe in un modo più effervescente e sbarazzino. E invece no, da giovane commisi il grave errore di fare l'obiettore di coscienza e ciò mi ha interdetto l'utilizzo d'armi da fuoco contro gli stronzi che incontro per la via. Se solo fossi stato un po' più furbo, da diciottenne avrei intrapreso la carriera militare ed oggi potrei sparare agli stronzi come te senza tatto né ritegno e, per scagionarmi dall'accusa d'omicidio, farei passare il delitto come un'operazione di peace-keeping in una guerra combattuta tra chi va a lavorare a piedi e gli stronzi come te, che magari stanno a due kilometri dal posto di lavoro ma che hanno talmente tanta fretta di andarselo a far appiccicare al culo che son disposti a rischiare d'investire una persona sulle strisce pedonali. E' proprio la tua fretta che non capisco ed ergo m'incazzo, ma come si fa ad avere tutta questa impazienza di arrivare in un posto dove, alla fine della fiera, finirà solo per farti sentire sempre meno gratificato e sempre meno degno di quella parola insignificante denominata libero arbitrio? Coi tempi che corrono avrai tutto il tempo per arrivare a lavoro e avrai ancora più tempo per recuperare eventuali ritardi poiché a lavorare ci andrai tutta la vita, lurido ed insignificante barile di merda.
Per quel che mi riguarda, sacrificherò i miei risparmi, rinuncerò ai vizi e ai sollazzi, condurrò una vita da eremita, al fine di mettere su un bel gruzzolo e comperarmi un Maus tedesco della seconda guerra mondiale, spacciando questo mio acquisto come mero collezionismo. Farò impiantare un sistema d'alimentazione all'uranio impoverito e la mattina, a bordo di questa macchina di morte, mi recherò al lavoro: la mole e le dimensione del mio mezzo schiacceranno le macchine in fila e con il cannone riuscirò a colpire gli stronzi che vanno troppo veloce per essere annientati, l'uranio impoverito, poi, servirà per avvelenare l'aria e quindi sterminare anche coloro i quali, ai bordi della strada, hanno già parcheggiato e pensano di averla fatta franca...
Vediamo chi vince al gioco di chi è più stronzo...

sabato 21 luglio 2012

Parlare di merda forma il carattere

Io v'invidio,
ottimisti a tutti i costi,
felici usufruitori di una vita che per voi pare una scienza finita
dove tutti i calcoli tornano
e se succede un evento "x" deve per forza portare ad una conseguenza "y"
voi che vivete giorni splendidi anche se splendidi non sono
voi che trovate sempre il lato positivo in ogni cosa
 voi che ogni volta che udite la parola morte vi si raggela il sorriso
e disprezzate coloro i quali
vivono sapendo di essere già morti
e muoiono sapendo di non aver mai vissuto
perché, al vostro contrario, non riescono a trovare quel certo lato positivo in ogni cosa
voi del "fattela prender bene"
voi che le corsie d'oncologia e psichiatria vi mettono tanta tristezza
per poi correre ad iscrivervi in palestra
voi che nell'amore trovate l'affermazione di voi stessi
ed in esso vi sentite completi
ed in base ad esso impostate una vita
la vostra vita
voi che "tutto è stato è scritto"
voi del "basta accontentarsi"
voi del "non pensarci"
voi che odiate l'odore di piscio nei vicoli
di merda nei bagni pubblici
la vista di chi vomita
l'odore di sudore addosso a chi lavora
voi che amate andare ogni tanto fuori di testa
ma senza esagerare
perché tenere le briglie di voi stessi vi da come un senso di potere
di cui, a conti fatti, in realtà non disponete
voi dello "speriamo in bene"
poiché nella speranza, e non nella strage, trovate ancora conforto
chiudete gli occhi ed immaginate campi fioriti
voi che adorate fare le gite nella natura
ed ignorate le zone industriali
pensando che in esse non vi sia poesia né grazia né amore
voi che non capite che il vostro viver bene costa
e costa parecchio
a persone che neanche vedete
se non in televisione
e quando li vedete vi si stringe il cuore
e pensate di donar loro conforto con la vostra compassione e solidarietà
(le brioche di maria antonietta per il popolo che vuole il pane)
Voi che adorate divertirvi ed amare il bello
sempre e comunque a scapito degli altri
Io v'invidio
e v'invidio davvero
poiché vivete una vita a metà
escludete il male per drogarvi di bene
un bene che qualcun altro aveva già stabilito per voi
per voi incoscienti
per voi cani da slitta
voi che accettate il compromesso di un occhio aperto e l'altro chiuso
per non capire e accontentarvi
Io v'invidio
poiché vi siete convinti di avere l'animo in pace
e vi giuro che v'invidio
ma, per favore,
non ci date più lezioni
non veniteci ad insegnare cos'è la vita
a darci lezioni sul saper stare al mondo
poiché nel mondo voi non abitate
ma veleggiate su un vascello di sottile e fragile diamante
che veleggia fiero
su un mare di merda
la vostra
quella in cui noi
quotidianamente
affoghiamo
                                                            Pontedera
                                                            Sabato 21 luglio
                                                            ore 3:44
                                                            da ubriaco







venerdì 20 luglio 2012

Io, tipo, bisognerebbe che m'ammazzassi

C'era sempre questa immagine sul lato destro della home page della Apple che mi mandava in confusione. C'era questa persona coi capelli rasati che, ad un primo colpo d'occhio, mi sembrava sempre il cantante dei linkin' park e poi, quando ci cliccavo sopra incuriosito, partiva un filmato con un tipo vecchio e decadente che salmodiava sui meriti del nuovo mac book pro, un tipo vecchio e decadente che mi somigliava davvero troppo. Ciò mi generava grossa delusione ed indescrivibile disagio poiché i fatti erano che
1) Ad un primo colpo d'occhio molta gente potrebbe scambiare anche a me per il cantante dei linkin' park (e ciò è molto doloroso)
2) Ad un secondo colpo d'occhio molta gente potrebbe additarmi come vecchio e decadente (come a questo punto pare giusto convenire che io sia)
3) Per quale cazzo di motivo, ogni volta, continuavo a cliccare su quella cazzo di foto che, ad un primo colpo d'occhio, sembrava raffigurare il cantante dei linkin' park ma che poi, una volta selezionata l'immagine col mouse, si rivelava essere un tipo vecchio e decadente che in verità mi somigliava molto? Perché me ne dimenticavo e continuavo a fare sempre lo stesso percorso anziché digitare sul motore di ricerca i siti porno?
Stavo invecchiando  e la vita mi stava dando contro. In quei giorni mi capitò anche un incidente diplomatico non poco sgradevole: Avevo parcheggiato la macchina sotto casa della mia fidanzatina e, dopo averle fatto uno squillino con il mobile, rimasi seduto dentro all'abitacolo in attesa del suo arrivo. Come si sa da secoli, le donne impiegano molte ore prima di poter imboccare il portone che le separa dal resto del mondo, ed infatti, in quell'occasione come in tante altre, attesi svariate ore prima che essa potesse palesarsi innanzi ai miei occhi vestita e truccata come una battona... Sconfitto dalla noia perpetua trasmessa dalle varie stazioni radiofoniche (che stavano tutte passando l'ultimo dei linkin' park!!!!), iniziai ad avvertire inconsapevolmente una certa insofferenza verso la situazione ove mi trovavo, verso la persona che stavo attendendo e verso i comportamenti sociali che distinguono l'uomo dalla bestia. Iniziai così a piantarmi le dita nel naso e ad osservare ciò che ne estraevo con grosso interesse. Certo, non era una pratica molto educata ma sicuramente avrebbe riempito il tempo; mi gettai così nella riesumazione di sostanze tossiche che il mio respirare aveva intrappolato tra i peli del mio naso, ma proprio quando il flusso d'aria pareva esser tornato completamente libero di scorrere mi accorsi di una presenza al finestrino. Mi girai di scatto e vidi lei, la mia fidanzatina: stava lì, immobile e con lo sguardo inorridito, mi fissava con gli occhi quasi in lacrime. Ormai, di fronte all'evidenza, si poteva fare ben poco: il suo principe azzurro altro non era che un archeologo di caccole disperse nel suo naso (non è bel modo per iniziare la serata credo...). Venni invaso da un senso di vergogna ed imbarazzo ma, se c'era bisogno di una risposta ferma e decisa, adesso era proprio quel momento. Non potevo lasciare che la mia fidanzatina credesse che io fossi un uomo che non sapeva assumersi le proprie responsabiltà... Scesi di macchina con fare virile e cercai di avvicinarmi a lei, che nel mentre, tra le lacrime, ripeteva: "Non toccarmi! Non toccarmi! Sei un mostro!!!". Dall'autoradio usciva forte e chiaro l'inno dei linkin park "What i've done", io mi avvicinavo a lei ma quando mi accorsi che per per ogni passo che avrei fatto in avanti le sarebbe arretrata della stessa porzione di suolo decisi di arrestarmi.
Così fece anche a lei mentre continuava a guardarmi inorridita. La guardai anch'io, dritta negli occhi, svelando lo sguardo di chi non sarebbe mai sceso a compromessi con il proprio senso di vergogna e, senza pensarci su un attimo, le mostrai una caccola ancora distesa sul mio indice destro, dicendole:
"Ne vuoi un po'? Guarda che è buona..."
Lei scappò via, gridando "Mostro! Mostro!Mostro!"
alla radio stavano dando "in the end" dei linkin' park
Mentre rimontavo in macchina pensai a due cose:
1) Che decidere di affidare alle stazioni radio la cura della colonna sonora della tua vita è una cazzata enorme (per questo quelli che, quando gli chiedi cosa ascoltano, ti rispondono con un "mah, ascolto la radio" andrebbero ammazzati tutti)
2)Che sarei morto molto male e molto solo

Quindi è un po' vero, sono una persona vecchia e decadente
vecchia per l'età e decadente per i costumi
e non mi servirà a nulla continuare ad andare sulla home page della Apple e cercare risposte sulle foto che, ad un primo colpo d'occhio, sembrano raffigurare il cantante dei linkin park, ma che, ad un secondo e più accurato colpo d'occhio, si rivelano essere quelle di un tipo vecchio e decadente, un tipo vecchio e decadente come me. L'unica soluzione che mi rimaneva era fondare la cover band ufficiale dei linkin'park (anche se conoscevo solo i singoloni che, oltretutto, mi facevano anche parecchio schifo) e riscoprire i miei costumi giovani ed improbabili, in una seconda e spiacevole primavera
ove ci si fuma le canne e ci si veste drammaticamente male per reagire alle angherie del sistema porco bastardo, ove si litiga coi genitori quando si fa tardi la sera, ove ci si innamora a caso di tipe a caso e ove crearsi una vita diversa da quelli che ti hanno preceduto sembra veramente troppo facile.
Ma riavvolgere il nastro non serve a niente
e non è mai vero che prima si stava meglio di adesso
siamo sempre stati male
ed il male è proporzionale agli anni che hai
ed è troppo la fatica che si fa per non riconoscere a sé stessi il proprio fallimento
tanto vale restare così
col proprio carico di sconfitte e di rimpianti
e, la prossima volta, ricordarsi di andare sui siti porno anziché sulla home page della Apple
ah no?



martedì 17 luglio 2012

Una sera al cinematografo: Cabin Fever, 2002

Un gruppetto di stolidi adolescenti americani, appena terminata la high school, decidono di partire per un fine settimana in uno di quei posti del cazzo al sud degli stati uniti, posti dove la gente va sempre in giro con il fucile e dove il Q.I. . non arriva mai a 80. Una volta arrivati, il più scemo di loro, volendo rimanere in linea con lo spirito del luogo che lo ospita, si mette a sparare a casaccio nel bosco e, come esaltante risultato, riesce a ferire solo un barbone dalla pelle putrefatta. L'idiota si caga nelle brache e fa ritorno a casa e, essendo uno stolido ciacciabeone, non ne fa parola con gli altri. Nottetempo il barbone va in cerca d'aiuto presso la casina di legno, sperduta ovviamente in mezzo al bosco, ove la stolta combriccola trova rifugio e, in tutta risposta, gli adolescenti lo cacciano a calci nel culo ma il barbone, essendo egli cosciente della sua condizione di uomo con la pelle putrefatta, vomita addosso ad una delle fanciulle un buon ettolitro di sangue; al che i giovincelli decidono di dar fuoco allo scioperato figlio di troia che, correndo, finisce in un lago e, ivi, muore. Passata la paura e contenti per il loro primo omicidio di gruppo, gli adolescenti vanno a dormire. La mattina dopo, la ragazza si sveglia e, come il povero barbone perdigiorno zecca, inizia a vomitare sangue ed a decomporsi come una carogna. I suoi amici, che sono dei giovani ciucciapalle sostenitori di quel coccolaebrei di Obama, decidono democraticamente e, perché no?, simpaticamente di metterla in quarantena all'interno di una stalla. Gli altri stronzi decidono di partire per recuperare il cadavere del barbone e lo ritrovano a galleggiare lungo il torrente; comprendono allora che il barbone era infetto da un'oscena malattia, che la loro amica ne è a sua volta infetta e che chi beve l'acqua ce l'ha ad altezza coccige. Senza sapere bene cosa fare, i giovani iniziano ad impazzire e, uno dopo l'altro, vengono sterminati da un cane folle, in primis, e dalla popolazione autoctona, in secundis, (con, ovviamente, tutto il benestare delle forze dell'ordine.
Eli Roth (questo nome mi puzza, non è che siamo di fronte ad un altro figlio di giuda?), cane maledetto e frustrato, dichiara di essersi ispirato, per girare questa pellicola, ai suoi film horror preferiti "la casa", "Non aprite quella porta" e "L'ultima casa a sinistra" ma in realtà, furbescamente, si scorda di citare il vero e proprio film da cui "cabin fever" è totalmente e malamente copiato e cioè "la fattoria maledetta"(the curse in inglese) del 1987 ove anche lì ci si trovava in uno di quei posti del cazzo a sud degli USA e dove la malattia (deformante e spappolante per chi la contraeva) veniva trasmessa attraverso l'acqua. Ma se già la "fattoria maledetta" poteva essere già considerato un film di merda, cosa potremmo dire di questa sua sbiadita, triste e tutt'altro che emozionante fotocopia? Cabin Fever è un film presuntuoso e privo di costrutto, girato presumibilmente nell'arco di un giorno (o almeno così riteniamo sia meglio che il regista dia ad intendere) senza il minimo rispetto per chi, in seguito, lo sarebbe andato a vedere nei cinema, spendendo dei soldi che avrebbe potuto devolvere più giustamente ad al qaeda che per lo meno è meno ipocrita nel proposito di danneggiare o terminare le vite altrui. Non c'è suspence in questo film di merda né tanto meno orrore; l'unico orrore che si può scorgere è quello dipinto sui volti di quei poveri stronzi che hanno il coraggio di affrontare la sua visione dall'inizio alla fine.

sabato 14 luglio 2012

Non mi avrete mai

Sto qua
rinchiuso in questo salotto insieme a questa sociopatica, frustrata, menomata. Le immagini passano sullo schermo con la stessa gradevolezza di coltelli nello stomaco, ma d'altra parte posso fare poco o niente per fuggire. Se inventassi una scusa, se cercassi una giustificazione per andarmene, lei se la prenderebbe a male ed inizierebbe a mettermi il muso e a non parlarmi più per giorni e giorni. Cosa dovrei fare?
Quando l'ho conosciuta sembrava diversa, prendevamo una bottiglia di vino ed iniziavamo a camminare per il lungo mare. Ci scambiavamo opinioni mentre l'ubriacatura saliva piano piano, lasciandoci poco a poco trasportare dal senso d'ebrezza donato dal liquido rosso. Poi l'ora di cena arrivava, ci fermavamo a mangiare qualcosa al volo: un panino, una piadina, un kebab, uno spicchio di pizza. E poi finivamo per ritrovarci seduti in un qualche locale squallido a prendere in giro quelli che ballavano. Sarebbe un mondo migliore se ci fosse più gente che sentisse la danza come uno sfogo e non come un dovere nei confronti del sabato sera o del rimorchio occasionale di persone squallide quanto loro... L'amore era un'altra cosa, consumato con fame, con desiderio, consumato nei posti più insensati ed improbabili: un desiderio che ci coglieva all'unisono e, dove eravamo eravamo, andava fatto senza se e senza ma.
Ad un certo punto, dopo secoli, iniziai anche a pensare che ero veramente innamorato. Sentivo le farfalle nello stomaco e non per via delle enormi quantità di vino che tracannavamo ma per via che quando la vedevo arrivare mi si dipingeva in volto un'espressione ebete, smettevo di pensare, non recepivo più altre immagini se non il volto di lei che, avvicinandosi, mi sorrideva. Perché siamo tutti più ridicoli quando siamo innamorati?
Poi, non so perché, tutto è scivolato nella norma. Siamo finiti alle cene degli amici, con gli amici, per gli amici, in ristoranti di medio basso profilo a consumar battute del cazzo e, ai fini della civile convivenza tra esseri umani, ognuno a stare attento a quello che diceva per non ledere la sensibilità altrui, a far finta di essere interessati ai discorsi degli amici, sempre meno interessanti, sempre più carichi di ovvietà. E quando ti circondi di ovvietà, l'ovvietà ti mangia vivo. Sparirono le lunghe conversazioni, i sorsi di vino dalla bottiglia, il sesso girovago ed istintivo. Tutto rientrò nella norma. Una sera, dopo l'ennesima cena a pane, acqua e rimpianti, finimmo in un locale squallido e, per fare qualcosa di diverso, iniziammo a ballare. Non vi descrivo il senso d'orrore quando vidi, seduta ai tavoli, una coppia di ragazzini che ci prendevano in giro per come ballavamo e per come ci atteggiavamo. Avvertii il senso claustrofobico di mille labirinti ed il rumore di milioni di porte chiudersi di fronte a me. Avvertii la fine.

Sto qua,
rinchiuso in questo salotto insieme a questa sociopatica, frustrata, menomata. Mi sta mostrando dvd su dvd dei suoi due nipotini: un giorno al parco, un giorno a gardaland, un giorno alla comunione del fratello più grande. Da quando sono nati quei due gemelli del cazzo non fa altro che fargli filmati su filmati, li riguarda di continuo e ripete ossessivamente le frasi stentate e prive di significato di questi due esseri umani involuti. I bambini piccoli mi hanno sempre fatto pena, non ragionano, non pensano, credono che tutto sia incredibile e nuovo; sono solo degli illusi che la vita, a breve, inizierà a prendere a schiaffi senza ritegno né rispetto. Come posso provare affetto o tenerezza?
La visione finalmente giunge al termine, lei è entusiasta:
"Non sono splendidi?"
"si, lo sono"
"Hai sentito quando Marco ha detto "cia mi compi gelao?" Non è adorabile?"
"Si, è molto buffo"
"Come sono belli i bambini, così teneri, così innocenti"
"Si, è vero"
"E se ne facessimo uno anche noi?"
Un pugno alla bocca dello stomaco, ecco cosa provo
"dovremmo pensarci un po', non è una cosa da fare a caso"
"ma lavoriamo entrambi, non dovrebbe essere un'impresa!"
"mmmm, ok!"
"Che bello, io vorrei tanto una femmina!"
"Beh anch'io, mi son sempre piaciute di più"
Mi alzo, mi avvio verso la porta d'uscita
"dove vai?" mi fa lei
"Vado a comprare le sigarette"
"bisognerà che tu smetta prima o poi, t'immagini tua figlia che ti abbraccia e sente che suo padre puzza di nicotina e tabacco?"
"Guarda, questo sarà l'ultimo pacchetto..."
Esco di casa.
M lo diceva sempre quel mio amico: "Una coppia ha sempre bisogno di novità, ci si mette insieme e poi dopo un po' ci si annoia, ecco che si va a convivere. Poi, quando sei andato a convivere, ti accorgi che ti annoi e allora che fai? Beh, ti sposi. Quando ti sei sposato poi? Ti riannoi di nuovo, e allora? Ecco che nasce un bambino..."
Pensavo di esser stato bravo perché la fase del matrimonio ero riuscito a saltarla ma l'unico risultato era che ero scivolato direttamente alla fase successiva. No, non ero bravo, non ero bravo manco per il cazzo...
Possibile che ogni relazione debba sempre finire così? O ci si adegua alla norma o ci si lascia? Possibile che alla fine si finisca sempre per assomigliare ai propri genitori?
Avrò un figlio, lo sgriderò perché non fa i compiti, perché fa tardi la sera o per un brutto voto a scuola, gli consiglierò di non dare confidenza agli sconosciuti e di non prendere droghe. Diventerò ancora più noioso di quanto non lo sia già adesso...
Sto per attraversare la strada ed in lontananza arriva un'ambulanza sparata. C'è un'emergenza, è la mia vita che va a pezzi. Le macchine si fanno da parte, l'ambulanza sfreccia decisa in mia direzione. Colgo l'attimo e mi butto sotto di essa.
Non mi avrete mai.

venerdì 13 luglio 2012

Il drammone berluscone

Lo stupore intorno alla ricandidatura a premier dell'ex premerione italiota è una delle cose che mi lascia più interdetto in questi giorni di calura e decomposizione fisica. Onestamente, secondo voi si sarebbe davvero potuto candidare uno che alle anagrafe è segnato come Angelino? Con quei connotati facciali? Ma fatemi il piacere! Non buca lo schermo, non è antipatico al punto giusto, non racconta barzellette da osteria, non schiappa le fiche e, oltretutto, sembra pure un po' ricchione.
L'intero impianto ideologico della destra parlamentare (ma anche di quella extra parlamentare per certi versi) si fonda e si appoggia su di un linguaggio, una teoria ed un immaginario completamente costruito da e per il nostro ex premierone e una buona percentuale di individui compresi nel suo libro paga siedono ancora in parlamento. Chi poteva essere chiamato a sedere sul trono di re assoluto della destra minchiona e priva di spessore (a meno che non si parli di tette e culi) se non lui, il nano più lampadato d'Itaglia? C'è un personaggio che non possa definirsi un suo stipendiato nel centro-destra? Una persona che egli non ha corrotto? Una femmina che non abbia rimorchiato? 
Parliamoci chiaro, in Itaglia la destra finisce con la fine di Almirante e della DC storica, dopo di che, non esistendo una più una cultura di destra, si è  generato un vuoto istituzionale ed ideologico che ha spinto la gente verso gli ideali beceri di Forza Nuova, grette prediche del vaticano e le chiacchiere a vanvera e bacchettone dei programmi devastanti su mediaset... Solo Berlusconi oggi, agli occhi dell'elettore medio di destra, riesce a raccogliere tutto quello che di peggio c'è in Itaglia (ma che agli occhi dell'elettore in questione è oro): il machismo, le scopate con le ragazzine più giovani, l'arroganza del soldo che compra il potere, la filosofia di un personaggio che se ne frega di tutto e tutti e fa sempre e comunque come cazzo gli pare. Un altro così, in itaglia, è introvabile a meno che non si candidi fabrizio corona...
La verità dietro a tutto questo è che per l'ennesima volta l'ex premierone ce l'ha messo nel frigorifero, rimanendo nell'oscurità per un po', aspettando che l'itaglia tutta indirizzasse il suo odio contro il governo Monti,  al fine di ritornare e fare il grande passo, cioè avere la faccia come il culo di presentarsi un'altra volta alle politiche. Tra un po' si metterà a dire che si era ritirato per un po' per risolvere i suoi problemi giudiziari con le toghe rosse ma, essendo dimostratisi semplicemente falsi e faziosi, è riuscito a superare il tifone giudiziario abbattutosi su di lui e che, adesso, è nuovamente pronto a difendere l'itaglia dai comunisti, dai giudici e dal giorno del giudizio previsto dai Maya. Gli itagliani gli correranno incontro come delle vittime di guerra. Toglierà l'IMU, salverà gli evasori fiscali, svenderà la scuola pubblica e si getterà, anema e core, in una nuova guerra ambientata in un qualche paese del cazzo. Tanto alla fine gli itagliani sono talmente stronzi che continueranno ad avere la memoria corta, il pensiero interdetto e la faccia di merda per votarlo di nuovo e rendere questo paese, ancora una volta, un orribile macchietta per il resto d'Europa



martedì 10 luglio 2012

Storia di una persona irritante

La signora mi afferrò per un braccio
la cosa m'infastidì alquanto
"lei è pagato per servire i clienti!"
Tirai un lungo sospiro cercando di calmarmi, di trattenermi
"mi dica pure signora..."
"questa è una crema solare per il viso?"
"No signora" feci io con tono comprensivo "questa è per i glutei come si evince dall'immagine sull'etichetta..."
"ma andrà bene anche per il viso, no?"
Cercai, riuscendoci, di trattenere la risata, di non fare in modo che la cliente si rendesse conto su quale piatto d'argento mi avesse servito una battuta magari un po' volgare ma sicuramente ficcante al punto giusto.
"si signora, può andar bene"
la signora infilò l'oggetto destinato al culo dentro al carrello e proseguì il suo vagare sperso ma, al contempo, famelico lungo i corridoi di questa benemerita azienda ove presto servizio. Io, di par mio, venni avvolto da cupa nube di disperazione: quante volte in vita mia mi ero castrato per una paghetta, quante volte avevo trattenuto il mio astio per reprimerlo senza nemmeno condirlo con della sana ironia? E tutto questo per cosa? Per uno spicciolo di accettazione che, oltretutto, neanche avevo ottenuto?

"Qualsiasi cosa dici, qualsiasi cosa fai, alla gente non andrà mai bene..." diceva sempre mio padre e, prima di lui, anche mio nonno.

Cosa mi frenava dal rispondere ad una domanda sull'adattabilità di una crema solare specifica per il culo per le guance cadenti di una vecchia di merda con un secco "si signora, nel suo caso non fa alcuna differenza" e poi magari riderle anche in faccia? Una persona che ti afferra per un braccio e poi ti assilla con domande del cazzo merita dunque tutto questo rispetto? No, direi proprio di no...
L'omicidio è un reato in questo paese (anche se solo fino ad un certo punto a dire il vero...) ma prendere per il culo il genere umano no. Potevo quindi esimermi?
Qualcosa di nuovo, qualcosa di irrefrenabile maturava in me e, ormai, non potevo più frenarlo. Tradire questo qualcosa avrebbe generato in me profonda tristezza che sarebbe sfociata in profonda depressione che sarebbe culminata in dispendiose cure mediche ed in svariate rinunce, quali il consumo di birra, il consumo di pornografia d'autore ed il consumo di me stesso in quanto consumatore di birra e pornografia.
       E  se così dev'essere, allora così sia!

Due giorni dopo, prendendo un caffè con un amico:
Amico: "Maiale che palle, parli sempre d'ammazzarti!Ma perché non t'ammazzi davvero?"
Io: "Un giorno magari m'ammazzerò ma sicuramente non prima di aver assistito al tuo funerale: ti ho visto crescere, ti ho visto innamorarti delle peggiori imbecilli in giro per il pianeta, ti ho visto trovare un lavoro di merda, ti ho visto sposarti con la peggiore delle peggiori imbecilli di questo pianeta, mi spiacerebbe a questo punto non vederti anche morire"

Tre giorni dopo, durante un'uscita con una possibile nuova ragazza:
La possibile nuova ragazza: "Tu mi fai ridere, per me è molto importante un uomo che mi faccia ridere!"
Io: "Ah si? Per te in una relazione l'importante è ridere?"
La possibile nuova ragazza: "Beh si, è una delle cose fondamentali!"
Io: "ecco brava, allora fai una cosa: comprati un bel libro di barzellette così ti fai due risate quando vuoi e poi quando ti viene quel "certo prurito" lo arrotoli e te lo pianti in culo, magari anche all'aria aperta, così almeno lo vedono tutti quanto non capisci un cazzo"

5 giorni dopo, in fila alle poste:
La ragazza operatrice di sportello: "Scusi, ma lei che deve fare?"
Io: "dovrei ritirare un pacco"
la ragazza operatrice di sportello: "Ma insomma, non ha letto il cartello all'ingresso? D'ora in avanti i pacchi si ritirano nella stanza ivi adiacente senza bisogno di ticket! NON SA LEGGERE?"
Io: "No, non so leggere sulla carta stampata, ma sulla fronte della gente si. Ad esempio vedo che sulla sua capeggia la scritta "Non chiavo da anni, qualcuno mi aiuti!"

Sempre 5 giorni, uscendo di casa:
Un vecchio signore appena sceso dalla bicicletta: "Mi scusi signore, posso poggiare la mia bicicletta qua sul muretto prospiciente l'ingresso del palazzo o può arrecare disturbo a lei ed agli altri condomini?"
"Guardi, il disturbo arrecato dalla sua bicicletta è ben poca cosa rispetto a quello generatomi dai sui modi melliflui e fintamente garbati. Faccia una bella cosa, si tolga dai coglioni, lei e questo cesso di bicicletta, che, sfortunatamente, non ho antiemetici con me per arginare la nausea che desta in me la sua sola visione..."
 Un anno dopo, l'epitaffio sulla mia lapide
"Fu persona schietta e sincera
la lingua sua fu più tagliente
della lama
Morì linciato dalla popolazione tutta
ma a spese di questa
in vita
ebbe molto a divertirsi
Ivi riposa col sorriso beffardo ancora in volto"
R.I.P.








venerdì 6 luglio 2012

Suicidio di massa per sconfiggere la casta!

ma fatevi calare in squallidi loculi ed una volta ivi posti stiate scomodi fino al giorno della vostra morte. E poi amen.
Voi che rompete il cazzo con gli sprechi della casta, delle province, delle regioni, delle amministrazioni comunali e dello stato e non vi rendete conto che la prima forma di spreco è il genere umano. Anche un idiota sa che nell'occidente evoluto siamo in troppi e, essendo troppi, consumiamo al di là delle possibilità di questo pianeta e tutto a scapito del terzo mondo (il peggior crimine è l'aver delegato il recupero di queste terre alle associazioni cattoliche che fomentano l'ignoranza ed il propagarsi del virus HIV); se volete quindi rompere la catena degli sprechi ammazzatevi! Vi prego, fatelo sul serio: ogni volta che vai al cesso sprechi 9 litri d'acqua, ogni volta che vai in macchina inquini, ogni volta che vai a divertiti come uno stronzo e lasci il computer in stand by sprechi 20000 Gwatt/h. Quanta fatica dovrai ancora fare prima di riconoscere a te stesso che, quando vai, dovresti andartene semplicemente affanculo? A seguire i vostri consigli il mondo fra 100 anni sarà solo una crosta essiccata però in compenso i partiti politici spenderanno solo 6000 euro per fare la campagna elettorale... Ad ogni modo il mondo occidentale ha bisogno di uno sfoltimento sostanzioso, nelle file di chi lo abita, per continuare ad esistere e ho come l'impressione che qualcuno stia già pensandoci al posto nostro.
Voler calcolare gli sprechi su di una base monetaria, oltre che essere un gesto plebeo, è anche indice di un'incapacità congenita, da parte della cultura antagonista, a fuoriuscire dagli schemi imposti dalla classe dominante che da sempre condanna chi contesta al semplice ruolo di marionetta e a rimanere imprigionato in un'ampolla di vetro dove creare un'alternativa vera e propria diventa praticamente impossibile. Chi contesta, quindi, finisce sempre per essere banalizzato e mai e poi mai ad essere considerato come soggetto realmente pericoloso agli occhi di chi amministra, controlla ed impone.
Considerando che ormai i tempi stringono, lo spread aumenta, la crisi incalza, le fabbriche chiudono, gli operai vengono licenziati e le percentuali degli esodati aumentano di giorno in giorno, l'unica forma di ribellione rimasta è il suicidio e voi, voi cani,che nella confutazione dell'inutile trovate il pane quotidiano, potreste dare il buon esempio per la prima volta in vita vostra e compiere l'estremo gesto, anziché trascorrere i pomeriggi a postare su facebook articoli su articoli al fine di dimostrare quanto siete corretti ed informati. L'unico modo per salvare vite umane è porre fine alla vostra, questa è l'unica protesta attuabile al giorno d'oggi...


giovedì 5 luglio 2012

Signora Fornero io ti amo davvero

Cara Fornero (ma come cazzo fai di nome? Elsa? che bel nome...)
ieri è stata respinta la sfiducia nei tuoi confronti e di ciò, sia chiaro sin da subito, io gioisco e godo. Il tuo sguardo così sbarazzino da bimba birichina, quel tuo modo di fare da lady di ferro, quel flemma tipico della dominatrice bondage e, soprattutto, quelle tue affermazioni e quelle tue prese di posizioni così impopolari ma, al contempo, sensuali... Perché è proprio da quell'affermazione scomoda di qualche giorno fa che parte la mia sincera e genuina passione per te
"Stiamo cercando di proteggere le persone, non i loro posti. L'attitudine delle persone deve cambiare. Il lavoro non è un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio" Quando l'ho letta la prima volta pensavo di svenire dalla commozione, poiché, come da anni aspettavo, qualcuno finalmente aveva deciso di dire l'unica cosa che c'era da dire: il lavoro in Italia è marcio non solo perché viene distrutto dall'alto, da istituzioni e leggi a favore dei titolari, ma anche dall'interno e cioè dai lavoratori stessi che dimostrano di non meritarsi altro. In quanti oggi, e per favore non pensate subito al solo settore pubblico, sull'affermazione che "il lavoro è un diritto" ci si sono adagiati, spendendo ore su ore a grattarsi il cazzo in catena, tra gli scaffali dei magazzini, nei cessi di un ufficio? In quanti giocano la carta vincente della ruffianeria e del savoir faire per catturare la simpatia di una qualche capo reparto o del titolare stesso e approfittarsene per battersene i coglioni e delegare tutto agli altri poveri stronzi la cui unica colpa e non avere la lingua allenata all'arte del leccaggio? In Italia, a dire, i mezzi legislativi per licenziare uno stronzo ci sono già, ma i vari responsabili e titolari preferiscono lavarsene le mani e lasciare tutto così com'è, delegando ai soliti poveri stronzi una mole di lavoro maggiore ogni giorno (se uno non lavora e passa le giornate a scaccolarsi sul posto di lavoro, sarà ovvio che toccherà agli altri, sempre al solito stipendio, portarlo a termine) ed ecco che, in tempi di crisi quando le scuse finiscono, tocca allo stato occuparsi di questo e fare la parte di quello cattivo.
Bisogna iniziare a pensare che se a uno non piace lavorare, ma solo guadagnare a scapito dei suoi colleghi, è giusto anche che abbia una vita terribile e che gli enti provvidenziali gli chiudano le porte in faccia senza tatto ne ritegno, lasciandolo così a campare d'elemosina e di stenti (si rimedierebbe anche al problema delle pensioni così).
Purtroppo per te, oh Elsa, queste cose le sanno solo quelli che tutte le mattine hanno solo in mente che devono arrivare in fondo alla giornata in maniera dignitosa, senza cercare di fare lo sgambetto a nessuno (sempre meno alla fine).

Chi, in questo paese, è munito di alti valori risulta sempre essere il più scemo di tutti.

E' un paese ingrato questo Elsa, e per chi vuol cambiare le cose la strada è lunga, difficile e senza sconti. Esiste una casta di privilegiati a Montecitorio proprio perché l'itaglia è popolata da gente che vuol sentirsi privilegiata senza fare un cazzo dalla mattina alla sera: tutti a reclamare i diritti e nessuno che abbia presente i propri doveri.
Bella merda, nevvero?
ciao micina
smack!