giovedì 25 agosto 2011

cantico dei bianchi lattati

"mamma mia come sei bianco"
"si, e con ciò?"
"eh, vai un pò al mare!"
"perchè, è obbligatorio?"
"No, ma ti farebbe bene eh!"
"farebbe bene a cosa?"
"Eh, prendere un pò di sole è salute!"
"allora perchè vi mettete le creme protettive?"
"che c'entra? E' per proteggersi!"
"proteggersi da che?"
"dal sole"
"ma non faceva bene? ora magari viene fuori che fa venire i tumori?"
"No però se prendi un pò di sole con la crema solare non ti fa mica male"
"e se volessi stare male per non stare peggio?"
"oh smettila scemo, domani si fa una macchina e si va al mare, vieni?"
"a che ora partite?"
"alle 8!"
"di sera spero"
"No no di mattina!"
"ma che sei impazzito?"
"perchè?"
"perchè sono in ferie e voglio ubriacarmi la notte e svegliarmi alle 3 del pomeriggio, problemi?"
"Oh ma se vieni con noi poi dormi in spiaggia!"
"si, sotto al sole...."
"eh ma ti porti gli occhiali da sole..."
"Troppe cose contro, veramente nessuna a favore..."
"ma dai su, vieni al mare!!!!"
"E io vorrei sapere
cosa vi conduce in luoghi così ostili
e vi riempie il cerebro di così tanta nebbia
da non voler vedere
il disagio
là ove si esprime e regna
e vi conduce ad infastidire
il prossimo vostro
cercando di gettarlo nel vostro stesso calderone di tristezze
ma il fardello del fastidio
non si dimezza  quando condiviso
bensì raddoppia
e si moltiplica

ma ancor non riesco a comprendere
con quale presunzione
non volete accettare
che anzi che verso il mare
ben altra è la vostra direzione ideale
e cioè in quel posto
ove già io
con rassegnazione
ma spirito stoico
migliaia di volte
fui prima invitato
e poi costretto
ad accamparmi"
"e dove?"
" a fare in culo!"





martedì 23 agosto 2011

Storie di vita vissuta: la scuola media, media e di merda

Quand'ero un pò meno piccolo, e quindi mi avviavo ad'essere un po' più adolescente ma non troppo, mia madre m'iscrisse alla scuola media dei figli delle persone per bene che tutte le mattine, come lei, si alzano per andare a lavorare. Poi però ci ripensò e decise, di punto in bianco, di mandarmi alla scuola dei figli delle persone problematiche che facevano diventare  problematici anche i figli. Alla base del suo ragionamento c'era che siccome alla scuola dei figli delle persone problematiche vi erano, giustamente, pochi iscritti, allora i professori si sarebbero occupati con più dedizione agli studenti visto che, per l'appunto, ne avevano un numero esiguo. Mai errore fu più letale e, nel giro di tre anni, la mia vita si tramutò da quella di un bimbo normale a quella di un complessato che ogni mattina, quando si alzava, aveva il mal di schiena e un carico di stress pari solo a quelli di un cavatore di marmo agli ultimi anni di contributi. Ricordo con molto affetto la volta in cui un bulletto, che a 16 era sempre in seconda media, per farsi bello agli occhi delle ragazzine mi piantò un calcio in pieno volto facendomi andare in emorragia il naso con conseguente corsa all'ospedale e tre giorni di tampone infilato nelle narici. Mia madre andò a chiedere spiegazioni al preside ma, la povera genitrice, dovette arrendersi all'evidenza che il "povero ragazzo" apparteneva ad una famiglia "difficile" e sospenderlo o addirittura denunciarlo avrebbe potuto rappresentare un grosso trauma per lui e quindi tutto finì nel dimenticatoio.  E come non scordare quel cazzotto in faccia, dato in un momento d'euforia da un altro stronzo, chiaramente con un'età più consona alla laurea piuttosto che alla licenza media, in cui rimediai un labbro tumefatto. A quel giro però fui più vendicativo ( e anche furbo tendenzialmente) e aspettai lo stronzo fuori da scuola, ma, quando si nasce miserabili c'è poco da fare, nel preciso istante in cui gli mollai anch'io un cazzotto in bocca stava tenendo la mascella aperta ( intento a sparare stronzate ai quattro venti) e il mio pugno gli atterrò dritto nella parte più acuminata dei suoi incisivi, riuscendo ad ottenere il solo risultato di essermi fatto male due volte. Quando mia madre mi vide col labbro tumefatto decise di andare ancora una volta a bussare alla porta del preside ma, anche a questo giro, non ottenne alcunché : il preside fece rapporto a tutti e due per non causare, al solito, traumi allo stronzo e per punire la mia voglia di giustizia privata fuori della scuola.
Chi però mi rimane più nel cuore sono i professori:
La professoressa di matematica: persona grigia e severissima, riusciva ad assegnare per il giorno dopo  pagine e pagine di calcoli su calcoli, problemi su problemi. Il suo motto era "la lezione per casa è come le medicine!" il giorno che le risposi "si, ma troppe medicine avvelenano" mi portò dal preside urlandomi nell'orecchio che le ero mancato di rispetto. Ovviamente il preside mi fece il rapporto costringendomi anche a ringraziare quella troia perchè aveva desistito dal farmi sospendere
La professoressa d'italiano: Ex-nobile decaduta, non è mai riuscita, in tre anni, a considerarmi una persona dotata di diritti umani. Il suo odio per me( mai giustificato in maniera logica)raggiunse il suo picco quando, non sapendo una risposta, mi afferrò per i capelli tirandomi uno schiaffo e intimandomi a tornare a sedere. Che troia
La professoressa di Educazione Tecnica: al contrario di quella d'italiano non mi odiava ma, senza vergogna né ritegno, non si lasciava mai scappare l'occasione per ricordarmi quanto fossi inutile e incapace e di come, nella vita, non sarei mai stato capace di combinare niente. Per quanto ne so, per tutti e tre gli anni, ha votato la mia bocciatura senza se e senza ma. Quella troia
Il professore d'educazione artistica: noto fascista dichiarato, faceva di tutto per umiliare i suoi studenti: se arrivavi con 5 minuti di ritardo ti obbligava a stare fuori per un'ora e, quando poi ti richiamava, ti faceva stare in mezzo alle classe decantando i vari motivi per cui tu eri un figlio di papà (ignorando assolutamente l'educazione che ti era stata impartita e la tua derivazione di classe) ed invece lui era uno che aveva patito la fame e si era fatto da solo, dicendo anche che se ne fregava ( me ne frego!) se tua madre andava dal salumiere a parlare male di lui. Una volta mi azzardai a dirgli "guardi che mia madre va alla coop, dal salumiere ci andrà lei che la pagano profumatamente": altra gita dal preside con obbligo di doverosi ringraziamenti al sopra citato  pezzo di merda poiché aveva desistito dal farmi sospendere. Quel Troio

Poi ci sarebbe ancora una sequela di personaggi infami e lugubri di cui parlarvi, dal bidello infame alla professoressa di ed. fisica nazista, ma ve li risparmio in quanto figure secondarie.
Gli anni sono passati e i frutti si son visti:
Quello che mi tirò un calcio in faccia: oggi è un felice TSO ( evitare di sospenderlo non gli è fruttato molto a quanto pare)
Quello che mi spaccò il labbro: è morto per ragioni sconosciute dopo aver intrapreso traffici loschi dei quali molta gente ignora la natura e coloro i quali sanno preferiscono non parlarne ( uguale come sopra)
La professoressa di matematica: venne colpita da dei grossi dolori alla schiena ma, nonostante i suoi continui ricorsi,  non riuscì ad andare in pensione anzitempo. Credo eserciti tuttora con un tutore alla schiena ( chissà quante medicine dovrà prendere ora....)
La professoressa d'Italiano: ha visto due tra i suoi affetti più cari morire sotto i suoi occhi piangenti e lì, tutto il suo rigore, è venuto un pò meno ( chissà se avrà pensato che fosse tutta colpa mia...)
La professoressa d'educazione tecnica: perse il marito qualche anno dopo e per colpa della sua stessa negligenza non ha avuto diritto alla pensione del caro estinto ( chi era l'incapace?)
Il professore di educazione artistica: è morto di un male terribile ma sicuramente urlando: "me ne frego della morte! me ne frego del dolore! W il duce!" anche se preferisco immaginarmelo piangente ed impaurito come tutti gli studenti che metteva alla berlina
La vita è una cosa orribile, ora lo sanno anche loro...
MESS WITH THE BEST, DIE LIKE THE REST!


lunedì 22 agosto 2011

A Forest of Stars-Opportunistic thieves of spring 2010

Coi periodi di merda la musica migliora, incredibile ma vero. Se ne sono resi conti anche in terra d'Albione che con questi A Forest of Stars cagano fuori una delle cose migliori concepite in Inghilterra dai tempi dei duran duran. Black metal deprimente, intrecciato con robe classico-pianofortistiche, negativo-folkloristiche e parentesi eradicate come mura di post-rock dilaniante. La voce è malevola ed ingrata e, in quanto tale, sembra non voler mai dare una soddisfazione che sia una all'ascoltatore medio di black metal, depistandolo, confondendolo, sbeffeggiandolo e facendo benissimo, mi permetto d'aggiungere. Ascoltatelo ed ammalatevi.


sabato 20 agosto 2011

Elm-Nemcatacoa 2009

Questa estate mi ha lasciato esanime. Se dovevo ricompormi come essere umano non mi è stato possibile, se dovevo rifarmi un'estetica, sono obbligato a dirlo, non ne ho sentito il bisogno e, tutto questo perchè, delle ferie non ne ho goduto manco per il cazzo: tra cattive notizie, brutali conferme ed incontri occasionali ma orribili, la mia estate ora volge al termine nell'infamia e nel sentore di fine più assoluto.
A corrermi in soccorso questo disco che vede, tra i nomi più altisonanti, uno dei barn owl a dare le direttive d'insieme. Salvifico e malevolo, orribile e stupendo: non esiste una via di fuga dalla propria condizione se non l'abbandono di ogni speranza poiché, in sé e per sé, la speranza significa delusione e, la delusione, in sé e per sé, vuol dire solo morte.



venerdì 12 agosto 2011

UNA SERA AL CINEMATOGRAFO: Baise-moi - Scopami, 2000

Manu e Nadine sono due tamarre di periferia. Le due sguattere non si conoscono per niente ma due tragici eventi fanno collidere le loro due inutili esistenze: Manu viene stuprata da un gruppo di trucidi come lei mentre Nadine assiste al terribile, per quanto giusto, omicidio del fidanzatino tossicomane, dopo di che la prima uccide il fratello perchè è un bigotto e l'altra uccide la coinquilina poichè è una rompicoglioni. Entrambe in fuga, le due stolte, si conoscono in metropolitana e, dopo un dialogo scritto coi piedi e recitato col culo, decidono di intraprendere insieme un viaggio verso la libertà ( parola di cui, ci si accorge durante lo svolgimento del film, le due non conoscono neanche il significato poichè il titolo massimo raggiunto è la 5° elementare) decidendo di sopravvivere rompendo il cazzo al prossimo. Ed è così che tra sparatorie, violenti omicidi (memorabile la scena dove uccidono uno sparandogli un colpo di pistola nel buco del culo) e scene di sesso penose  le due arrivano in fondo al film con la polizia alle calcagna che, dopo aver ucciso Manu, arresta Nadine condannandola ad una vita di anal fisting nelle galere femminili francesi.
Se è vero che, solitamente, quando siamo di fronte ad un capolavoro cinematografico tratto da un libro, si fa fatica a capire quale ci è piaciuto di più tra i due ( film o libro) in questo caso non si può non avere dubbi: fanno cagare ambedue nello stesso identico modo. Il romanzo della Despentes ( che firma anche la regia e la sceneggiatura di questa spazzatura) è una delle più grosse truffe letterarie degli ultimi vent'anni mentre il film ha creato scalpore solo in Francia ( poichè, come ci piace ricordavi ogni volta, sono un popolo di mezze seghe oltre che di nazionalisti) per quelle scene del cazzo( quelle che a suo tempo fecero gridare allo scandalo la critica francese al solo fine di creare clamore intorno a questo film di merda) che, qua in Italia, gente come Lucio Fulci ci ha abituati a guardare dagli anni '70. Oggi questo film giace dimenticato, giustamente, nei polverosi scaffali della casa produttrice  che a sua tempo ebbe il coraggio ( o piuttosto la faccia tosta?) di farlo uscire nel mondo, ed è giusto che gente come la Despentes paghi le conseguenze per aver voluto far circolare quest'abominio per le sale cinematografiche. Speriamo che la comunità europea si svegli e condanni la Despentes a pagare multe salatissime per aver tentato d'impoverire culturalmente il globo terraqueo ( cosa in cui i francesi e gli italiani si stanno specializzando negli ultimi anni) tramite l'utilizzo della macchina da presa o per lo meno la costringa a fare la fine di Nadine. Ma poi la Despentes chi cazzo è? Non sa scrivere due parole in fila e si permette anche di fare la regista? La Francia è un paese proprio del cazzo

giovedì 11 agosto 2011

Silencer-Death pierce me 2001

Recentemente mi son cambiato la data di nascita sul mio profilo facebook al fine di ingannare la gente e farmi regalare la versione vinilica di questo disco. Sono arrivato a questo poichè è di difficile reperibilità e speravo che qualcuno si sbattesse al posto mio per trovarlo; così, ovviamente, non è stato e rimango tutt'ora con un pugno di polvere in mano ad ascoltarmi la versione mp3 ( la stessa che vi propongo quest'oggi) come un povero stronzo. Disco datato 2001, "death-pierce me" è un vero disco di TRUE depressive black metal, nel senso che chi ne ha composto i testi, dopo la pubblicazione di questo, è finito in psichiatria a farsi imboccare di pasticconi fosforescenti ( da parte mia, quindi, solo stima per costoro). Oggi, nel 2011, i silencer sono sciolti ormai da anni e sarà molto difficile, se non addirittura impossibile, che si rimettano insieme. Quel che ci resta di loro è questo disco che, per ispirazione ed intensità, rimane uno dei capolavori del genere  anche grazie alla voce sgraziata e lancinante di Nattramn, il cantante psichiatrizzato e alle atmosfere disperate, crepuscolari e tragicamente violente create dal polistrumentista del gruppo, tale Leere.




mercoledì 10 agosto 2011

Incubo di una notte d'estate (mezza) e di merda (piena)

In questi giorni, ove l'astio regna incontrastato sulla mia vita, son obbligato, dalla logica del risparmio e da me stesso, a calarmi nei panni dell'imbianchino al soldo di me medesimo in persona. Infatti sto ultimando i lavori di ristrutturazione per quello che un giorno sarà l'appartamento ove verrò ritrovato morto impiccato per auto imposizione ( e cioè suicida). Il motivo per cui mi applico con dedizione all'esercizio dell'imbianchino per adornare al meglio quella che tra non molto sarà solo la mia bara non convenzionale, e quindi  assolutamente temporanea e ove non sarebbe, di norma, richiesta un'eccessiva cura del particolare per quello che riguarda l'aspetto degli arredamenti e degli ornamenti, è che voglio lasciare il ricordo di  me come persona altamente conviviale  e dedita al buon arredamento, come a dire "Yes Girls, vi siete perse della roba".
Comunque sia, adesso sono qui e raschio, raschio con la spatola in quello che alla fine è solo una pratica di sverniciatura di quegli strati di tinta che in passato mani poco esperte avevano passato in maniera esecrabile sulle pareti di quest'appartamento, al fine di rendere più difficile, quest'oggi, a me, l' esercizio di raschiatura; e così, tra una sequela di bestemmie ad opera del sottoscritto, duro una fatica immane e sudo come un bestio rinchiuso in una cantina. Ma ad un certo punto, però, tuttavia, anzi che no, sotto allo strato di vernice bianca, scorgo dei disegni, dei disegni molto confusi e fatti a pennarello. Raschio ancora un pò e adesso i disegni mi  appaiono chiari: una mano infante aveva tracciato scene orribili ove demoni e puttane si accoppiavano a suore e chirichetti, in un divenire osceno per quanto naif e deleterio per quanto abbastanza del cazzo ad essere sinceri. Come mai un bimbo può arrivare a descrivere col suo tratto sghembo da essere inferiore un tale abominio? In che situazione può essersi trovato per poter arrivare a ciò?
Immaginate:
"La famiglia de Merdis va a vivere nel villaggio operaio poichè i due coniugi de Merdis sono due persone operaie. Dopo un un pò nasce un pargolo il cui nome è Eufemio ma, nonostante la nascita dello spiacevole aggeggio, tra i due genitori ormai l'amore è finito ed iniziano i violenti litigi con lancio di vasi, bomboniere e animali domestici in cui ogni tanto viene coinvolto il piccolo nano di merda Eufemio che contrae varie fratture cerebrali che però lo rendono solamente scemo a vita. All'età di 6 anni il bambino (di merda) impara finalmente  parlare ma riuscendo a pronunciare solo ed esclusivamente frasi sconnesse e senza senso poichè, non scordiamocelo, egli è scemo. I genitori, preoccupatissimi, decidono, in quanto forti sostenitori del cristo anziché del buon senso, di condurre il piccolo Eufemio dal prete esorcista del villaggio operaio. L'esorcista inizia a praticare tutte dei riti strani che non risolvono la scemenza del bambino bensì l'acuiscono donandogli, nonostante il deficit mentale già presente nel bimbo, anche delle turbe psichiche di grave entità che lo portano a fare i disegni che io stesso sto visionando in questo istante. Dieci anni dopo un giovane uomo, raschiando il muro, ritrova gli inquietanti geroglifici del cazzo e tosto si suicida. "
Ma oggi non è proprio il caso di chiuderla così e poi mi son ripromesso di farlo dopo che avrò ultimato i lavori. Caso mai stacco un attimo e mi fumo una sigaretta mentre piscio su quei disegnini di merda. Da fuori si sentono solo le sirene delle ambulanze dirette verso l'ennesima tragedia ove i genitori, stanchi di tirarsi i vasi, si lanciano i pargoli ( di merda) al fine di contundersi gli uni con gli altri.
Anche i figli oggi appartengono all'oggettistica da casa.

venerdì 5 agosto 2011

L'angolo della poesia

L'incapace è una figura rara poiché (quasi) tutti abbiamo delle capacità e, forse, il significato della vita stessa e proprio cercare qual'è la nostra capacità peculiare e, in base a quella, dare un senso alle nostre esistenze. Esistono comunque, come prima enunciato, delle persone totalmente incapaci ed inette che trascorrono le loro inutili vite incaponendosi su un solo settore  senza mai riuscere a sortirsene fuori con un risultato utile. Ecco allora che questi, pur di non ammettere i loro errori, preferiscono schernire gli altri rivolgendo loro le accuse che invece dovrebbero rivolgere a se stessi ( che miseria!), trovando così il loro unico scopo nella vita: godere del nervosismo generato negli altri. Nella vita c'è chi sa parlare e c'è chi sa solo sputare.
                                                      IL MISERABILE
Ecco ergersi dal pattume
la figura che più di ogni altra aborro
malconcio nel vestiario
malconcio nel pensiero
il mostro d'antipatia
punta il suo indice
su chi ritiene essergli inferiore
ma non si può essere inferiori
di fronte ad un monumento al fallimento eterno
come egli è per sé stesso
e preferisce distoglier lo sguardo
dall'ingrato poiché sincero specchio

più facile è giudicar l'altro
con cinismo e con disprezzo
piuttosto che pensar alla miseria che si porta dentro
ma più alto è il cinismo che si usa
più basso del pensiero è il livello


Il dito della miseria punta
solo chi con miseria pensa

giovedì 4 agosto 2011

Storie di vita vissuta: la confraternita dei vecchi bavosi e dei bambini atletici

Quand'ero piccolo sotto casa mia si riuniva, tutti i giorni, una confraternita amena di bambini della mia età  con al seguito i loro nonni; i bambini giocavano a giochi inutili e disperati mentre i nonni parlavano delle loro vite inutili e disperate creando, tutti insieme, un contesto unicamente inutile e disperato. Io che ero un bambino fessissimo, decisi di aggregarmi all'amena confraternita e, con mia nonna al seguito, mi portai nel mezzo a questo circolino privato di inutilità e disperazione e, grazie alla raccomandazione ( l'Italia è un paese clientelare anche coi bambini) della nonna di un mio vicino di casa, iniziai a giocare con loro dimostrandomi uno dei più incapaci: gli altri bambini erano biondi, alti, con gli occhi azzurri e tutti con grosse capacità atletiche mentre io ero basso, col fisico terrunciello e una totale incapacità nelle attività atletiche ( poiché fino ad allora ero sempre stato chiuso in casa a giocare da solo): non vi era giuoco nel quale non uscissi sconfitto, non vi era tattica che mi entrasse in testa. Mia nonna si vergognava molto di me e tutte le volte mi rimproverava per la mia inettitudine nel gioco, umiliandomi di fronte a todos los presentes.
Ricordo in particolar modo una volta, quando, una notte d'estate, una bimba particolarmente dotata nell'arte del canto si mise ad intonare le canzoni dei cantanti italici che andavano di moda ai tempi ( Masini, Raf, Zucchero) destando nei vegliardi approvazione e compiacimento. Io, ormai sconfitto in tutti gli altri campi, vidi nel canto la possibilità di poter riscattare le mie continue sconfitte nei giuochi da infanti e intonai, senza aver mai intonato nemmeno un rutto in vita mia, una canzone di Gino Paoli, la ben nota "il cielo in una stanza", sortendone una versione sgrammaticata e atona, totalmente irriconoscibile dall'originale:
"Smettila di cantare stupido! Lei è brava, tu no! stai zitto!" mi apostrofò la mia nonnina di merda.
 MI azzittii e non proferii più parola, avviandomi, sconfitto per l'ennesima volta, verso casa mentre mia nonna sia era trattenuta in loco per continuare ad ascoltare i vocalizzi della giovane stronzetta.
Son passati diversi anni da quel giorno e molte cose son cambiate: mia nonna è morta da lì a pochi anni e per lei non ho versato neanche una lacrima in tributo alla stima e alla fiducia che aveva sempre nutrito nei miei confronti, la bambina particolarmente dotata al canto non coltivò mai questa sua "eccezionale" qualità e, da lì a pochi anni, iniziò ad occuparsi più di cazzi in genere che di arte e derivati; questa sua nuova passione le costò la gioventù poichè divenne ragazza madre molto presto. La sua particolare dote l'avrà sfruttata per cantar le ninna nanne. Per quanto mi riguarda ho fatto uscire tre dischi finora, due con il gruppo ed uno, estemporaneo, da solista, e canto in tutti e tre. Non penso di essere un fenomeno e non credo di aver mai partorito un capolavoro, però quei dischi qualcuno se li è comprati e qualcuno ai concerti applaude, se avessi preso per vere le ingiurie di mia nonna ora avrei avuto parecchie soddisfazioni in meno e avrei più ragioni per morire che di vivere. Grazie nonna, sei stata la prima persona a farmi capire che a questo mondo non ci si può fidare proprio di nessuno, nemmeno, e soprattutto, dei parenti. Marcisci in pace.

Fabio Orsi-Winterreise 2010

Che l'estate sia qui e adesso è cosa ormai banale da dire, che abbia abbondantemente rotto il cazzo con le sue temperature tropicali, che ci impediscono una corretta fruizione della vita normalmente intesa per ben 4 ore, le sue persone dotate di ciabatte, che ci impediscono una corretta fruizione dell'aria respirabile, e le sue canzonette a farci da obbligatoria colonna di questo periodo insostenibile, che c'impediscono una corretta fruizione del buon gusto e del buon senso, è una cosa ancora poco scontata da dirsi in giro: le masse entusiastiche si riversan per le strade sorseggiando mojiti e spritz, vestiti tutti come dei cocainomani e sproloquiano in modo indecente partendo dalla base dei soliti due o tre discorsi che d'estate vanno tanto ( il calcio mercato, le ferie nei posti di merda, i gossips sui divi). E' come se la gente d'estate non si vergognasse della sua banalità  e del sua essere becera e ciancicona; alla fin fine l'estate è proprio solo ed esclusivamente questo: il periodo dell'anno dove il concetto caciarone e bietolone che le masse hanno di libertà viene a galla in tutto il suo squallore IO SONO UNA PERSONA DEL CAZZO E FACCIO E DICO IL CAZZO CHE MI PARE
A noi, umili viaggiatori della notte eterna, non resta che isolarci nelle nostre magioni e combattere il caldo alla bene e meglio, aspettando con pazienza il ritorno della stagione invernale, stagione in cui torneremo per le strade nottetempo per tirare le pietrate alle finestre di quei cocainomani che vedevamo in giro d'estate a fare aperitivi e a vivere al posto nostro  che si saranno barricati in casa per rifugiarsi dal rigore austero imposto dal freddo.
Nell'attesa meglio comunque dedicarsi ad ascolti alti e che rimandino alla stagione del buio e del rancore, ed ecco quindi che ivi vi raccomando questo disco eccezionale: ambient e drone invernalissimi ( già dal titolo si dovrebbe capire ampiamente) fatto da un italiano che, per scappare dall'estate del sud Italia, è scappato a Berlino per studiare meglio il concetto d'inverno ( non so se è andata così ma a me piace immaginarmela in questo modo) e vincere tutto su tutti.

lunedì 1 agosto 2011

Le avventurone di Mec-Gaive: Sindacati bolscevichi!!!

Nel paesino sperduto di Chentachi ( AR?) sorge l'enorme dittona imprenditoriale/manageriale/quattrinaia/sperperona denominata in quanto "Smitherson&Guastapaglia spa" specializzata nella produzione di oggetti effimeri e frivoli ma fondamentali nella vita di un perfetto occidentale moderno. Tutto, all'interno dell'enorme dittona, procede come da copione e seguendo sempre un'etica che rispetti i diritti base di ogni operaio: i turni sono solamente di dodici ore, i giorni di malattia non vengono retribuiti, le donne che rimangono incinte vengono licenziate in tronco e chi s'infortuna sul lavoro viene fatto sparire insieme ai sacchi dell'immondizia;  insomma un posto paradisiaco, dove le leggi che regolamentano ogni valida azienda produttiva e competitiva sul mercato vengono osservate con il massimo rigore.
Ma, mannaggia mannaggia, un giorno i cittadini di Chentachi (AR?) si svegliano e scoprono con orrore che nel centro cittadino è spuntato fuori all'improvviso ( ma così eh, proprio dal giorno alla notte!) un Sindacato-bolscevico-femminista-rompipalle e gli effetti negativi non tardano ad arrivare: tramite l'utilizzo di pratiche malevole e sataniche quali il volantinaggio, presidi e picchettaggi riescono ad ipnotizzare e plagiare un nutrito stuolo di operai appartenenti all'enorme dittona i quali, immediatamente, iniziano, avendo il cervello obnubilato dai discorsi dei malefici sindacalisti, a diventare degli autentici fannulloni, pretendo straordinari pagati e di lavorare meno. Ovviamente gli introiti dell'aziendona iniziano a scendere vertiginosamente e la ditta deve iniziare a licenziare, giustamente, del personale generando l'ira, in primis, del sindacato e, va da sé, anche degli operai ipnotizzati. Iniziano così le violentissime proteste degli operai ma per fortuna tra essi vi è anche un Mec-Gaive in incognito che, inviato dalla FBI per boicottare eventuali situe comunistiche, è determinato più che mai a devastare le attività lombriche del sindacato-bolscevico-femminista-rompipalle. Infatti, tramite l'utilizzo di un autografo di Licio Gelli, un manuale di Julius Evola e un santino di Padre Pio, riesce a fabbricarsi in trenta secondini netti un doppio mitra falcidiatore d'innocenti e, impugnato l'ordigno, spara a tutti i manifestanti ed i sindacalisti uccidendoli tutti, facendo credere alle autorità di Chentachi (AR?) che l'attentato fosse partito da una cellula impazzita del corteo ( che non vuol dire un cazzo ma che è una frase che, se detta al telegiornale, sembra essere carica di significato). Adesso il problema però è un altro, le varie famiglie degli operai morti sono ora rimaste senza padri, madri e figli: come faranno i figli a crescere senza una figura paterna ad insegnar loro i valori? come faranno senza una madre che li accudisca e li protegga? come faranno le famiglie ad essere risarcite dal dolore provocatogli dalla perdita dei loro cari? Mec-Gaive non si fa tanti problemi e uccide anche i familiari delle vittime andandoli a scovare uno ad uno nelle loro magioni.
Nelle scene finali vediamo il sindaco di Chentachi (AR?) inaugurare un monumento commemorativo degli infausti giorni in cui il sindacato-bolscevico-femminista-rompipalle stava per mettere le sue laide mani lombriche sul quieto vivere del quieto paesino di merda. Sul monumento campeggia una scritta " le leggi dell'economia non seguono la stessa strada dei diritti umani ma, casomai, la percorrono al contrario, scontrandocisi" il pubblico, commosso, applaude....