mercoledì 30 maggio 2012

Tiffany

E' stato un attimo
la bambina scappa verso l'uscita del locale verso macchine e rischi della civiltà occidentale industrializzata e consumista
la madre la richiama all'ordine
"Tiffany, torna subito qua!"
la bambina si ferma e torna indietro
ed io rabbrividisco
la pelle mi si accappona
i denti mi digrignano...
Cara piccola ed insignificante Tiffany,
forse oggi sei in pace col tuo nome, poiché è lo stesso di bambole, pop stars dalle canzoni sceme e personaggi femminili di cartoni animati senza trama ne morale; quindi ora ti sentirai appagata da un nome così insulso e privo di storia, costrutto e significato,  ma un giorno forse capirai quanto tua madre abbia compiuto un gesto ignobile nel darti tale nome e di come ti abbia condannata ad un inferno di sberleffi, volti stupiti dall'orrore ogni qual volta ti presenterai a qualcuno e da una marea di lacrime che si verseranno dai tuoi occhi per tutte le prese in giro che solo un nome come il tuo può causare (giustamente peraltro).
Non conosco tua madre, Tiffany, ma posso sicuramente dirti che è una persona miserabile e priva d'interessi e di cultura (sia anche essa dozzinale e spicciola) , una persona che, volendo risultare speciale agli occhi della comunità, ha voluto trovarti un nome la cui originalità, in ambiente italico, è pari solo al raccapriccio che evoca ogni volta che viene pronunciato. Sei una disgraziata Tiffany, perché una persona come tua madre se non ha saputo darti un nome decente vuol dire anche che non saprà crescerti e non saprà trasmetterti valori e significati. Tua madre ti ha concepito solo per gioco, solo perché ad una certa età pare che sia giusto metter su famiglia e mettere al mondo ulteriori ingombri a chi, a questo mondo, c'è da più tempo di te. Sei il frutto del suo egocentrismo, della smania, sua e di tuo padre, di sentirsi normali agli occhi di tutti, di dimostrare che loro sono persone coi gusti sessuali corretti e socialmente accettabili. Quanta fatica voler dimostrare di essere normali e che dispiacere vedere che quelli che pagano il prezzo più alto sono i nani involuti come te, Tiffany...
T'immagini? Magari un giorno un ragazzo vorrà conoscerti e cercherà di avvicinarsi a te con modi garbati. Ti stringerà la mano e, dopo essersi presentato, ti chiederà: "come ti chiami?"
tu, un po' timida, risponderai: "Tiffany"
e lui, stupito ed inorridito, ti chiederà: "No davvero, come ti chiami veramente?"
Lui penserà che lo stai prendendo per il culo e che non lo vuoi conoscere
Tu penserai che è uno screanzato ed un cafone e non vorrai più saperne di lui
così succederà ogni volta che un uomo vorrà corteggiarti
e morirai sola...
almeno questo e quello che ti auguro
Pensaci bene Tiffany,
la prossima volta che fuggirai verso l'uscita di quel locale
non farti impressionare dagli ordini di tua madre
esci di corsa
e finisci sotto una macchina
solo così ti potrai liberare di un nome
che pesa più di una malattia grave


mercoledì 23 maggio 2012

Cantico leghista

Nella mia mente è ancora chiaro
il ricordo non è svanito in una coltre di bontà e di vivi e lascia vivere
avevo 11 anni e la gente mi chiamava terrone e bastardo
mi dicevano che il posto da dove veniva mia madre era un posto sporco
che la gente come mia madre era venuta qua in centro Italia a rubare il posto alla gente che se lo meritava
me lo dicevano i compagni di classe
e ai miei compagni di classe lo dicevano i loro genitori
e la Lega Nord apparve all'improvviso
 e su a Milano, ogni tanto, qualcuno picchiava un meridionale
perché la gente che lavora vuol vivere tranquilla
Poi arrivarono i barconi pieni d'immigrati
e ci lasciaron perdere
perché, si, eravamo terroni
ma non abbastanza per esser chiamati negri
e la Lega Nord guidò la gente perbene, quelli onesti che lavoravano tutti i giorni, a spruzzare  il vetril  negli occhi delle prostitute
perché il problema si elimina umiliando le persone
e essere concreti significa essere violenti
Poi esplosero due aerei
esplosero contro due torri
e la colpa venne data agli islamici
tutti si scordarono dei negri
che all'improvviso vennero additati come quelli più tranquilli
e la Lega Nord guidò la gente perbene, quella che lavorava, all'insurrezione contro le moschee in Itaglia
ed iniziarono, dopo aver trascorso anni a urlare ai quattro venti scariche di "porco dio", ad autoproclamarsi cristiani
a dire che l'Italia vanta radici cristiane
e la tensione tra islamici e cattolici aumentò
e aumentarono anche i voti della Lega Nord
che dopo aver detto che Berlusconi era un mafioso ci si alleò
dando vita ad un governo d'incompetenti e di mignotte ( quelle a cui qualche anno prima spruzzavano addosso il vetril...)
poi quel governo crollò
e dopo un po'
qualcuno iniziò ad indagare sulla lega
e venne fuori che la Lega aveva contatti con la 'ndrangheta
che la Lega aveva dei fondi neri in Tanzania ( un posto situato in un continente di negri)
che pagava gli studi del figlio del suo leader con i soldi del finanziamento pubblico
che, sempre coi soldi del finanziamento pubblico, si era comprata appartamenti, fatto la paghetta fatto fare la plastica al naso dei loro figli.
Anche loro, alla fine, sono scesi (anziché salire come mia madre) giù al sud per rubare il lavoro a persone che se lo meritavano più di loro...
Alle ultime elezioni amministrative la Lega Nord è scomparsa dalle statistiche
ha perso roccaforti storiche
e dopo un'ascesa incontenibile ora sembra condannata ad una discesa inesorabile sotto la soglia del 3%
Lasciatemi dire che la loro sconfitta
è un po' una mia vittoria personale

martedì 22 maggio 2012

Sentirsi infine di troppo


Il dramma umano:
una continua fuga
dal sembrar vecchi
una continua lotta
contro le rughe

eppur non si considera
lo spazio, il tempo e l'aria
che occupiamo e sprechiamo
si pensa solo ad esser giovani
e, quando non lo si è più,
ad esserne credibile contraffazione

e poi un giorno
un brutto giorno
ti svegli
e realizzi
tutto d'un colpo
che gli anni
che ti porti
come fardello sulla schiena
non saranno mai abbastanza
per esser considerati tanti
ma sempre e comunque
troppi
                                         Noi siamo popoli inutili



venerdì 18 maggio 2012

La motoretta

Le cose ove lavoro si deteriorano sino al disfacimento delle nostre certezze il giorno in cui Bartalecchio acquisì l'utilizzo di una motoretta ultimo modello, veramente uno sfacelo. Ogni mattina arrivava con indosso tutto il vestiario specialistico di chi conduce tale veicolo e le impiegate, lungo crinite e biondo ossigenate, dell'azienda facean mucchiolo intorno a lui al fine di stenderne le lodi. Si sentiva importante quel martoriato fisico e, nonostante i denti marci e gli arti asimmetrici, facea lo spavaldo all'interno della catena di montaggio.
Onestamente lo preferivo negli anni '90 quando, giovane e non ancora debilitato mentalmente, assumeva pasticche fosforescenti presso le discoteche della costa, sfoggiando un gusto nel vestiario pari a quello di un suino. Era più umile e meno fanfarone ed, in più, le donne lo evitavano come e quanto evitavano tutti noi altri poveri ingranaggi di una macchina denominata industria del metallo; eravamo eguali all'epoca e potevamo essere e sentirci uniti, ma da quel momento in poi, purtroppo, più così non fu. Oramai ci nutrivamo di cibi aziendali presso la mensa mentre lui andava a mangiare l'aperipranzo con le impiegate che, con una certa frequenza, era solito amare in modo erotico sopra alla tazza del water nei gabinetti dei bar che all'interno vantavano l'utilizzo di luci alogene. Smesso di onorarci del suo saluto, rivolgendoci lo sguardo come si rivolge ad uno stuolo di ciuchi azzoppati e prepensionati; è mai possibile conseguire l'utilizzo della stima delle alte sfere tramite l'acquisizione di un oggetto effimero quale la motoretta? Ciò ci svilì e ci troncò quell'entusiasmo enfatico nei confronti dell'ambiente lavorativo che, a dire il vero, ci è sempre un po' mancato... Ricordo ancora come che fosse un incubo il giorno in cui, tanto per dirne una, anche la titolare massima dell'azienda ove tutti, anche lo sgorbio in motoretta, prestiam servigio, si mise ad ammirare lo strumento metallico da trasporto pesi medi del Bartalecchio e lui, come un ratto da monta, si recò subito  presso la multimiliardaria con lo scopo di:
A Farci vedere quanto lui fosse gagà e noi solo dei poveri mendicanti cui la titolare non tributa neanche uno sguardo
B Srotolare la lingua fino a lunghezze impensate ed applicarsi, con forza e decisione, all'operazione di lavaggio del deretano della stolida padrona in questione
Che disdetta fu quindi vederlo promuovere nel giro di pochi giorni da semplice operaio a organizzatore supremo del lavoro di fabbrica. Vederlo passare a bordo della sua motoretta a impartire direttive e comunicati dittatoriali a noi poveri cani da slitta era una delle cose più umilianti che ci erano successe dal giorno della nostra assunzione all'interno dal loculo lavorativo ove eravamo stati chiamati a scontare quella pena che i più ottimisti continuano a chiamare vita. E così ci decidemmo ed, aprendo indecorosi mutui, acquisimmo la motoretta pure noi: adesso ci  potevate scorgere tutti scorreggianti a bordo delle nostre (????) motorette nuove di fiamma all'inseguimento isterico di una rivalutazione a livello lavorativo, ma ormai purtroppo la motoretta era entrata negli usi e costumi del genere umano tutto e chiunque, sempre e comunque aprendo indecorosi mutui, ne sfoggiava per lo meno una a famiglia. La sconfitta più clamorosa fu quando Il Bartalecchio, forte della sua promozione e del conseguente stipendio fanfarone, vendette la motoretta e si presentò a lavoro con un macchino gigante che, se uno ne esprime il desiderio, può essere utilizzato non solo per occupare due posti macchina in città ma anche per inquinare la natura durante le gite fuoriporta...
Ci sentivamo sconfitti et amareggiati, gli eventi ci avevan dato torto e comprendemmo che la lungimiranza era una dote che mancava a noi e che in Bartalecchio, in verità, abbondava e convenimmo all'unisono di pensiero comune che alla fine un tizio così profetico altro non poteva che essere il nostro organizzatore supremo del lavoro di fabbrica. Avevamo aperto mutui dalle scadenze lente e gongolone, oltre che per la motoretta anche per la casa, la auto e i videogames del bimbo,  e adesso guardavamo le nostre motorette come un branco di leoni affamati guarda la preda già consumata dai condor e dalle jene.
Fossimo meno stronzi ed intrisi di cazzate forse avremmo desideri più dignitosi
Fossimo più coscienti di chi siamo e cosa vogliamo forse non staremmo a farci guidare dall'invidia dell'oggetto nelle altrui mani ma solo e solamente dalla volontà di essere migliori, di essere oltre
Fossimo più interessati a quello che veramente ci riguarda forse anche chi ci rappresenta non sarebbe una persona ignobile e sfrontata e sprezzante e arrogante
ed invece niente,
siamo in fila un'altra volta presso le nostre banche di fiducia al fine di conseguire un altro mutuo ingrato per acquisire un macchino gigante che, se uno ne esprime il desiderio, può essere utilizzato non solo per occupare due posti macchina in città ma anche per inquinare la natura durante le gite fuoriporta...

domenica 13 maggio 2012

I mutamenti degli organi riproduttivi-considerazioni, memorie e conclusione

Oggi scrivo in merito a quel tizio che suona in un gruppo punk con affondi frichettoni che di recente ha deciso di tramutarsi, tramite l'utilizzo dei medicinali e della chirurgia, in una donna con le puppe grosse ed il culo di marmo. A parte il fatto che son molto felice per lui/lei, non mi riesce capire il perché di tanto tumulto; anche se il soggetto in questione è da definirsi in mille modi tranne che bravo musico di protesta (ma chi cazzo se ne frega delle canzoni di protesta nel 2012?) debbo dire che lo ammiro molto poiché ha saputo anticipare la moda dei prossimi anni e cioè cambiare sesso all'improvviso.
Ricordo con particolare nostalgia quell'afoso pomeriggio di un Giugno ormai lontano, ero in un negozio di dischi che scartabellavo tra gli scaffali ed, al bancone, vi era il proprietario che colloquiava con un tipo che, evidentemente, non stava capendo quello che l'esercente stava comunicandogli. Ad un tratto nel negozio entra una bionda dalle enormi tette e col vitino da modella che, con garbo e cortesia, chiede al negoziante se può lasciare dei volantini in esposizione sul bancone; il negoziante le accorda il permesso, la bionda lascia i volantini e salutando si congeda. A quel punto la situazione deteriora: il negoziante pare illuminarsi all'improvviso e, risvegliato dalla noiosa conversazione, inizia a decantare le lodi delle puppe ben nutrite, la loro perfetta geometria, la loro morbidezza, il loro richiamo alla prima infanzia quando, anziché dalle bocche marce di menzogne dei vari saltimbanchi che ogni tanto la vita ci pone in mezzo al cammino, penzolavamo dal capezzolo materno usufruendo delle sostanze per noi benefiche in esso contenute. Anche l'altro cliente, pur continuando imperterrito a non capire un cazzo in generale, pareva essersi risvegliato dal torpore eterno che lo abbracciava e, nel bel mezzo della rinata conversazione tra lui ed il negoziante, se ne esce con una delle frasi più illuminanti che io abbia mai sentito in vita mia:
"A me piacciono così tanto le puppe che me ne farei impiantare un paio solo per starci a giocare tutto il giorno!"
Apriti cielo!
Spalancati terra!
Eureka!
E=mc2!
Mai mi sarei immaginato da un uomo così inutile una finestra così veritiera sui giorni a venire: la nuova frontiera del consumismo! Parliamoci chiaro, è inutile nel 2012 stare tanto ad attaccarsi alle certezze fornite dal proprio sesso d'appartenenza e non bisogna nemmeno sentirsi froci a tutti i costi se ogni tanto si vuol capire cosa si prova ad avere una fica al posto del cazzo o viceversa. Viviamo in uno stato di benessere ed il benessere, lo si sa, crea complessità e la complessità, è ben noto, proietta l'essere umano in un labirinto di necessità che, una volta raggiunte, cambiano aspetto e forma aumentando il loro valore agli occhi delle essere umano e le necessità, com'è palese, conducono spesso a farci arrivare al tanto agognato status di stronzo senza pari.
Quindi smettetela di covare inutili sospetti o stupidi preconcetti, è arrivata l'ora di comprendere come ci si sente con un organo produttivo diverso da quello che ci siam ritrovati alla nascita
"la sessualità non è uno status fisso" dicono i ricchioni per dare un tono intellettuale al fatto che ci stanno provando con te
Anche un paleolitico omofobo come il Signor Calderoli della decadente Lega Nordica scopre il piacere di avere una fica al posto del pipi moscio che la veneranda età ormai gli impone 


sabato 12 maggio 2012

Proposte per i tagli alla spesa pubblica

Che questo paese abbia bisogno di tagli alla spesa è cosa ormai nota a tutti ed io, in quanto cittadino del paese Itaglia, sento il dovere, nonché il diritto, di proporre una lista di provvedimenti che, secondo la mia modestissima opinione, andrebbero presi al fine di fuoriuscire vittoriosi da questa crisi che ormai attanaglia queste lande, facendole regredire ai livelli di paesi del cazzo quali la Grecia e, soprattutto, la Francia. Oltretutto mi pare che di recente essere un uomo qualunque, nonché qualunquista, aiuti molto ad avere voce in capitolo su questioni politiche e, quindi, ad essere ascoltato da molti e, non di meno, ad essere votato. Ecco quindi le mie proposte:
1) Regioni del cazzo come il Molise e la Basilicata a cosa servono? Non le senti mai nominare dai telegiornali, non hanno attrattive turistiche ed alzano il tasso di disoccupazione, dato che entrambe sono ricolme di vecchi di merda totalmente improduttivi e atti solo a scroccare pensioni. La mia proposta è raderle al suolo, sterminare l'enorme quantità di vecchi bavosi e rinchiudere i pochi giovani rimasti all'interno di posticini che per comodità chiameremo "plessi lavorativi" dove essi produrranno ordigni malefici che verranno utilizzati nella prossima guerra (per uscire da una grande crisi ci vuole sempre una grande guerra). La loro retribuzione sarà un letto ove dormire, cessi comuni e due pasti al giorno...

2) Le ben note attrici, modelle, opinioniste, che in questo nostro bel paese hanno trovato i natali, a che cazzo servono? Non sanno recitare, non sanno ballare, non sanno parlare l'italiano! Potremmo venderle a sceicchi, vecchi nababbi ripieni di quattrini e presidenti di nazioni europee in procinto di divorziare (l'affaire Sarkozy-Bruni avrebbe dovuto esserci di monito!). I soldi potremmo devolverli per l'acquisizione di nuovi ordigni nucleari da sfoggiare nella prossima guerra!

3) Perché dobbiamo aiutare le famiglie? Perché in questi periodi di profonda crisi, sia umana che economica, la gente ha ancora voglia di fare figli per poi andare ad elemosinare gli assegni familiari al nostro stato? E' arrivato il momento di dire basta a questi privilegi! Propongo di togliere gli assegni familiari e di imporre alle famiglie appena formate di non andare oltre un solo figlio! Alle famiglie già esistenti che presentano più di un figlio, propongo che vengano sottratti i figli in eccesso  che potrebbero essere rinchiusi all'interno di posticini che per comodità chiameremo "plessi rieducativi" ove le bambine impareranno a fare le crocerossine ed i bambini i soldati, sempre in previsione della prossima guerra... Ovviamente la scelta su quale figlio tenere spetta chiaramente alla madre anche se lo stato deve assicurarsi di avere, tra le sue fila, i più robusti ed i più sani.

4) Le persone di salute cagionevole e gli invalidi a cosa servono? I primi stanno a mesate a casa approfittando del nostro stato assistenzialista e mettendo in difficoltà le imprese rallentandone il lavoro! I secondi percepiscono pensioni dal nostro povero stato per starsene a casa a girarsi i pollici!Propongo la pena capitale per chi si ammala più di una volta l'anno e per gli invalidi! Non vogliamo checche febbricitanti nella prossima guerra e, soprattutto, se non sei in grado di lavorare allora non ti meriti nemmeno di vivere! Perché la gente dotata di salute deve lavorare duro per pagare il tuo sostentamento? Cosa dai loro in cambio? VERGOGNA!

5) Le scuole a cosa servono? Non possiamo continuare a provvedere all'istruzione dei giovani e magari produrre altre generazioni di laureati che non vogliono lavorare in situazioni umili ma che aspirano solo a fare lavori da alto salario! Bisgna chiudere tutte le scuole e adibirle a sopra citati "plessi rieducativi" ove i giovani studenti verranno tramutati magicamente in macchine da guerra senza pietà ne senso del decoro! Basta pianificare per il futuro! Basta fare progetti per i giorni a venire! Basta con le grandi aspirazioni! Non esiste futuro in un paese di mangiapane a tradimento che passano le giornate in caffetteria a disquisire coi loro compagnucci d'università su che colore fossero i peli del culo di Leonardo da Vinci! Se vuoi un futuro sappi che il futuro è scomparso mentre tu, frivolo e gongolone, te ne stavi piegato su degli inutili tomi a pensare al culo della tua compagna di corso! Per colpa della tua ignavia puoi solo riguadagnartelo con un fucile in mano! Arruolati ora!

Vi ringrazio per l'attenzione
Spero di esservi stato utile!


venerdì 11 maggio 2012

Se questo fosse un film

Se questo fosse un film americano forse adesso ci sarebbe il momento in cui il protagonista, cioè io, scopre di nuovo il piacere di vivere e si lascia alle spalle un'era di negatività iscrivendosi a scientology. Là conosce Tom Cruise che, in realtà, si rivela essere un alieno intenzionato a conquistare il pianeta terra. Il protagonista si cimenta quindi in una lotta senza quartiere contro l'alieno Tom Cruise e sacrifica la sua vita per gli Stati Uniti e, insieme a essa, anche gli altri continenti del pianeta che, per impedire che gli onesti cittadini americani si facciano del male, vengono totalmente annichiliti e spazzati via dal furore della futuristica battaglia. Viva L'America!

Se questo fosse un film francese forse ci sarebbe il momento in cui il protagonista, cioè io, si accorge di esser stato circondato per anni da una manica di stronzi supponenti, opportunisti e simpatici come una badilata nelle palle (come tutti i bravi francesi sanno essere) e decide di lasciar perdere tutto ed imbarcarsi come un clochard su di un traghetto che lo conduce in Algeria e là, tra mezzi negri e fondamentalismi della minchia, scopre il vero senso della vita e cioè avere avuto la fortuna di non esser nato mezzo negro ma puro sangue francese. Torna in patria e diventa anche lui uno stronzo supponente, opportunista e simpatico come una badilata nelle palle

Se questo fosse un film inglese forse ci sarebbe il momento in cui il protagonista, cioè io, si rende conto di aver sempre bevuto come un maiale nel trogolo per riuscire a sopportare gli altri e per digerire una condizione che, altrimenti, non avrebbe mai sopportato: la condizione di essere umano. Al che inizia a smettere di bere e, dopo mille difficoltà, inizia ad avere una vita normale: si trova un lavoro ed una donna normale e compra casa. Ma il passato lo rincorre inesorabilmente e i suoi vecchi compagni di sbronze, squallidi relitti la cui unica attività è cacarsi addosso quando sono ubriachi, si riaffacciano nella sua vita e cercano di ricondurlo nella strada dell'alcolismo e della perversione, invitandolo alle partite del west ham, a ritornare al pub con loro e costringendolo a cacarsi addosso in pubblico. Alla fine il protagonista comprende che la vita è una merda comunque, lascia la moglie e si compra un pannolone...

Purtroppo questo potrebbe solo essere un film italiano dove il protagonista, cioè io, si ritrova a ricoprire un ruolo con un soggetto interessante ma una sceneggiatura scritta coi piedi, dove i dialoghi sembrano usciti fuori dalla mente di una scimmia in calore e dove la maggior parte degli attori non hanno un minimo di talento ma sono solo degli amici di altri amici che pur di far carriera nuoterebbero in un fiume di vomito in piena facendosi largo con la lingua. Dove lo svolgimento è incerto, i colpi di scena non ci sono e gli effetti son drammaticamente tagliati poiché il budget è limitato e la produzione preferisce investire sul prossimo cinepanettone. Dove il finale è privo di spessore e non lascia spazio per un eventuale sequel, dove il protagonista fa quasi incazzare tanto è demotivato e svogliato nella recitazione...
Noia, fastidio, senso d'inadeguatezza




domenica 6 maggio 2012

Mount Eerie "Clear Moon", 2012

Mi ero ripromesso che non avrei più pubblicato link per il download su questo blog, ma data l'eccezionalità della pubblicazione in questione ho deciso di rompere ogni indugio e condividere con voi la gioia di questo disco che attendevo, come molti, da ormai tre anni. Ecco a voi il degnissimo successore di Wind's poem che, manco a dirlo, è un altro capolavoro d'originalità ed ottima forma creativa. Parlare di generi è un po' disdicevole quando si parla di Mount Eerie: certamente non è una fotocopia del suo predecessore e, ovviamente, ne mantiene il solito mood rassegnato e "grigio". Buon ascolto



Una sera al cinematografo: Eraserhead 1978

Un ometto stolido e ridicolo con i capelli da punkabbestia si aggira, camminando come un pinguino, per le periferie di una città squallida e sudicia come lui. C'è anche un tizio ripieno di piaghe che ogni tanto appare e tira una sorta di sciacquone che aspira degli spermatozoi viscidi ed aggressivi che vengono fatti schiantare contro delle pozzanghere di merda. Ad un certo punto entra in scena una biondina vestita da bambolina del cazzo con evidenti e svariati ritardi mentali della quale, l'ometto stolido, s'innamora. D'un tratto lei decide di presentare lui ai genitori i quali non sembrano molto felici di fare la sua conoscenza trattandolo come un coglione (cosa che effettivamente è) e offrendogli un pollo ripieno di merda che lui, virilmente, non mangia. A quel punto, fatte le presentazioni, lei si trasferisce a casa di lui in pianta stabile e, mentre lui continua a fissare il radiatore come un beota, lei partorisce un bimbo che, come è inevitabile con due genitori così, nasce storpio e a forma di cazzo ambulante. La notte è lunga ed il bimbo geme in continuazione così che la genitrice, incapace a prender sonno, decide stoicamente di abbandonare il nido materno lasciando lo scherzo di natura alle cure dell'inetto padre il quale nel mentre sogna di andare con la vicina di casa che, a mio parere, è infinitamente più discreta della moglie del povero stronzo. Ma la dura realtà si ripresenta quando lo scemo si risveglia con un bimbo a forma di cazzo  da accudire e che, notte tempo, ha avuto anche la bella pensata di ammalarsi. L'imbarazzante cerca di accudirlo ma, durante le cure, s'addormenta (che personcina!) e sogna una tipa vestita da Shirley Temple con le guance enormi che balla schiacciando degli spermatozoi che piovono dal soffito (beh, entusiasmante!). Al suo risveglio il raccapricciante genitore decide, così a caso, di rimuovere il pannolino del cazzo-bambino (o bambino del cazzo se preferite) che inizia ad estendersi a dismisura in una poltiglia di una sostanza che, durante la visione, ci è parsa essere, come dire, un misto tra mestruo di mucca, merda di cavallo ed intestini di cammello (per la gioia degli animalisti). L'ultra cazzo-bambino, ora poltiglia di merda, divora la testa del genitore sputandola per strada dove un gruppo di strozzini-trabagai-rottinculo-pezzi di merda la raccoglie portandola in una sorta di laboratorio d'artigianato e, grazie ad un marchingegno particolareggiato di cui ignoramo la funzione ed i meccanismi, ne estrae materiale per la fabbricazione di gomme per cancellare.
Il film poi continuerebbe ma io, onestamente, non ho più un cazzo di voglia di parlarne.
Di Lynch m'impressiona la capacità di produrre film senza senso ma che riescono ad incatenare un pubblico, principalmente composto da intellettuali della minchia e cinefili di merda, in una sorta di labirinto ove la via d'uscita pare essere l'arrivare al senso compiuto del film, anche se, come da sempre l'autore stesso specifica, i film in questione sono totalmente sprovvisti di filo logico. Se si fa un giro sul web ci si accorgerà che in molti cercano di dare spiegazioni alle sue pellicole producendosi, prima, in spiegazioni affascinanti in quanto a struttura del discorso e, in seguito, in scivoloni umilianti nei regni del ridicolo in quanto a logica portante. La fotografia del film è esaltante ma per il resto non ha trama e, infine, nemmeno un senso compiuto, l'unico obiettivo è catturare l'immaginazione di una manica di stronzi che non hanno un cazzo da fare a giornate e condurli verso un limbo fatto di stronzate e spocchia infinita.



venerdì 4 maggio 2012

Storie di vita vissuta: il giorno che sono morto

Il giorno che sono morto è stato un giorno teneramente di merda poiché, d'altronde, il giorno in cui muori è, si, una liberazione da una vita di rinunce e privazioni ma è anche il momento in cui scivoli in un oblio senza fine o, se hanno ragione le cornacchie di cristo, buddah, allah o qualsiasi altro errore madornale del genere umano, il momento in cui finisci tra le braccia di un creatore e quindi vieni giudicato e poi, com'è ovvio, lasciato nelle mani di una divinità punitrice che provvede con dovizia alla macellazione di tutto ciò che ti è più caro (i coglioni se sei un uomo o la pochette dei trucchi se sei una donna).
A me, tuttavia, è andata diversamente poiché son rimasto tristemente in vita e ciò, bene dirlo, mi incupisce al solo pensiero anche ai giorni attuali...
Insomma
Quel giorno mi svegliai sapendo bene che avrei ricevuto una notizia e, pur avendo il cerebro ancora inquinato dal virus della speranza, sapevo bene che questa non mi avrebbe giovato ma, anzi, rattristato nei giorni a venire (se mai ce ne sarebbero stati). Nonostante qualche ritrosia, che m'imponeva saggiamente di restare a letto, preferii alzarmi ed andare incontro al mio destino. Feci colazione, cazzegiai un po' sul web, mi diedi a qualche pulizia domestica, dopo di che mi preparai un fetido pranzo fatto di pastasciutta ed autocommiserazione, entrambe scadute. Mi rimisi sul web e la notizia non tardò ad arrivare
ed io cambiai
mi misi la testa tra le mani
e qualcosa dentro di me si perse
si perse nell'oblio
i miei occhi accennarono qualche lacrima
ma cessai subito
con forza e disperazione m'imposi uno sguardo neutro
perché un vero uomo non piange mai
ma, magicamente, mi limitai a seguire quel qualcosa che da dentro di me si era portato verso le calde braccia dell'oblio. Il primo passo fu lo shopping: la pratica che chiunque adotta per non lasciarsi prendere dallo sconforto derivante dall'appartenere al genere umano, la terapia d'urto che ti porta nei posti più affollati dai tuoi simili al fine di provare a sentirti uno di loro quando senti dentro di te che non fai più parte di quell'allegra combriccola di mesti pagliacci che è la società, ma a parte quattro paia di scarpe, un giubbotto nero da montanaro solitario ed un cappello da taglialegna non riuscii ad acquisire altro dai miei simili se non che il solito vecchio disprezzo che per loro provavo. Sentirmi uno di loro non mi aiutò ma servì solo a peggiorare la situazione.
Chiamai dunque un mio amico ed il mio amico venne. Cenammo insieme in un postaccio dove mangiammo poco e male e bevemmo tanto e peggio, dopo ci recammo in un pub dove, birra dopo birra, persi totalmente le staffe ed iniziai ad urlare ai presenti che ero morto. Morto non ero ancora ma sicuramente mi rivelai un ottimo profeta delle mie vicende personali. Il mio amico, che è un buon amico anche ora che sono morto (forse perché anche lui è morto come me), mi prese per un braccio e mi riaccompagnò a casa. Feci le scale con il passo di un morto. Mi misi a letto e chiusi gli occhi. La mattina dopo mi svegliai e vedevo solo nero. Solo ed esclusivamente nero.
                                                                 Ero morto
Per l'amor del cielo: mi alzai e feci tutte le cose che dovevo fare proprio come fossi vivo ma il sapore era cambiato, la passione era esaurita, la sostanza ormai mancava, il desiderio era appassito, la motivazione era ormai decaduta. Dal quel giorno mi manca la volontà di ascoltare il prossimo, capirne le motivazioni, provare empatia per la sua condizione
poiché la morte ti libera dagli altri e dai loro sentimenti
da te stesso e dai tuoi sentimenti
ti mette su di una collina ed insieme a te li deride
ricordandoti che sei stato uno di loro
di come eri anche tu un essere fragile e soggetto al giudizio degli altri
di come anche tu avessi paura di rimanere solo
di come anche tu ti creassi amicizie per convenienza o per necessità
di come anche tu t'innamorassi a caso seguendo solo dei meccanismi chimici e selettivi
di come anche tu ti lasciassi incatenare ad una relazione che fosse di lavoro, di parentela, di amicizia o, peggio ancora, d'amore
ed a questa consapevolezza t'incatena
e sei schiavo della libertà di non provare più niente
perché provare sentimenti fa solo soffrire
e i morti non soffrono
mai

non gradisco questa vita da vivo
non gradisco questa vita da morto
non gradisco questa vita. Punto.


mercoledì 2 maggio 2012

Lettera aperta al signor Grillo

Signor Grillo, dica la verità, lei dev'esser maturato grullo o quanto meno brillo per giunger all'ardua presa di coscienza che per lei è giunto il momento di scender di colpo in campo. In una figura come lei, che da comico è divenuto  un semplice agitatore di masse, non riesco ad individuare, nella mia modesta opinione, quello che oggi servirebbe all'Italia per recuperare sui danni fatti dai precedenti governi da un punto di vista economico e politico. L'esperienza c'insegna che chi racconta barzellette, perché è questo quello in cui lei è più bravo,  prima o poi si rivela incompatibile con la gestione del bene pubblico (si farà anche lei, nel caso venisse eletto, delle leggi ad personam?). E poi, parliamoci chiaro, come ha intenzione di risanare il paese itaglia?  Voci orripilanti giungono dal backstage delle sue manifestazioni autocelebrative in giro per lo stivale; qualcuno addirittura vocifera che coloro i quali le montano il palco siano tutti assunti al nero. Come è possibile che una persona, che già nel suo settore non si preoccupa della dignità e della sicurezza di un addetto ai lavori, riesca a riportare i contratti di lavoro ad una forma anche solo rassomigliante alla decenza? Certo che questa per lei non è una buona pubblicità e di sicuro non la eleva dal ruolo, che ci sembra appartenerle di più, di semplice commediante, più adatto ai palcoscenici che alle tribune elettorali. Lei sta bene con persone come jovanotti: ottimi predicatori tutti e due ma pessimi razzolatori...
Lo so, la classe politica oggi appare più come un enorme teatrino di personaggi squallidi, di urlatori, di saltimbanchi e di bulletti senza spessore e, quindi, in virtù di ciò, una figura come la sua non cambierebbe assolutamente niente. Ma è questo ciò che più mi assilla e cioè, che lei, non cambierebbe nulla: gli uomini di spettacolo prestati alla politica son capaci solo di far rimpiangere i vecchi politici democristiani come Andreotti che, si, era un mafioso ed intrallazzatore ma per lo meno, a paragone, era una persona seria (il che è tutto un dire...)
Poi la sua fiducia smisurata nel web, questo amore spropositato nella rete che, secondo lei, riesce a far fluire le informazioni in maniera più veloce e diretta rispetto ai faziosi mass media più tradizionali. Il brutto della rete, signor Grillo, è che è un canale che, si, riesce a far fluire le informazioni in maniera più diretta ma è anche vero che non è dotato di filtro e quindi è da vedersi come un caotico fiume in piena dove, insieme alle perle, capita di veder scorrere anche delle colossali stronzate che ad altro non servono se non a confondere le idee e ad affibbiare, al network a lei tanto caro, la giusta nomea di "inaffidabile". Considerato che lei ci si poggia in maniera spassionata, dovremmo cominciare a ritenere inaffidabile anche lei?
E poi un'ultima cosa; ricorda quando la stampa di destra la additava come pregiudicato? La reazione dei suoi fans (che poi son fans e non sostenitori, giusto chiamare le cose con il loro nome) era quella di dire: "eh si è vero, però lui non è in politica!" Ora che in politica c'è anche lei, come dovremmo reagire? La reazione è la stessa che abbiamo applicato per anni per l'ex premierone di questo paese e cioè non votandola...
Dia retta, signor Grillo, ritorni ad urlare ai quattro venti "E' una cosa pazzesca!" piuttosto che mettersi a fare il guru di questa minchia