domenica 25 marzo 2012

Il drammone indianone!

Ma io dico, se sei un frichettone maledetto bastardo, che siccome non ha da fare un cazzo nella vita, un giorno decide di andare in India a trovare sé stesso o, altrimenti, a cercare quella spiritualità che pare essersi persa in questo occidente così materialista, oppure a ripercorrere le tappe storiche di quel pacifista-hippie-balordo-barbone-spalletonde di Gandhi, non ti starà bene se arriva un gruppo di ribelli maioisti (???????) e ti rapisce cercando di ottenere la scarcerazione di altri fessi come loro che come loro credono in ideali dall'indiscutibile fascino retrò ma dall'indiscutibile inapplicabilità anche se si tratta di un paese del cazzo come l'India?
Partono a frotte vestiti con pigiami, sandali da livornese, canotte da tamarro e capelli unti e credono di andare in una disney world per asceti improvvisati per poi ritrovarsi dei fucili puntati alla gola da dei gruppi di rivoluzionari che, come i frichettoni stessi, sono farciti d'ideologie del cazzo e di una weltanschauung di cui si vergognerebbe anche un bambino delle elementari.
L'India non è paese di santoni, di divinità stronze, paffute e tentacolari, di persone che vivono la vita scegliendo di rinunciare al materialismo, ma è un paese di malattie, fame, miseria, prostituzione e, come hanno avuto modo di accorgersi anche Bosusco e Colangelo, di rivendicazioni ed ideologie del cazzo. Non si può pensare di ridurre questi paesi ad una visione da cartolina dove il capitalista vede guadagno ed il figlio dei fiori vede spiritualità poiché, sia in un modo che in un altro, si pratica del razzismo bello e buono.
Avere una visione romanzata dei paesi del terzo mondo è sempre e comunque un'ottica che deriva da un impianto ideologico strutturato intorno all'imperialismo occidentale ed al pietismo cattolico:
se è povero non è migliore
se è ascetico non è intelligente
se è spirituale è soltanto pericoloso

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