martedì 20 marzo 2012

Perversion is spreading (lo strano caso di Bendetta P.)

Non avendo di meglio da fare nella vita, Bendetta P. quel giorno si svegliò in prossimità del mezzogiorno. La sua figura pubblica (in quanto donna di spettacolo era forzata ad averne una), di madre itagliana nonché massaia rurale, le imponeva un certo regime autopunitivo per quel che riguarda il lato autoerotico ma lei, in verità, era una donna a cui piaceva molto fare porcherie solitarie ed annusarsi, in ultima fase, la manina rea ed intinta di umori e quindi, in sede privata, adorava spampanarsi la cialambrana appena sveglia quasi come in un rituale di buon auspicio per il giorno che sorgeva.
Solo che quella volta ci fu un cambio di programma
eh si
nel senso che a quel giro in luogo del rifugio umidiccio trovò il bastone nervoso
non nel senso che si era scordata il vibratore nella patatina
ma bensì che la patatina non c'era più, ed ora, fiero e turgido nel suo alzabandiera mattutino, al suo posto si ergeva un cazzo normodotato ma dal discreto diametro (cosa che conta molto nel mondo delle women a quanto pare...).
Bendetta P. non si scompose e non si disperò come in realtà avrebbe dovuto o potuto ma bensì fu entusiasta
della sua nuova prolunga sessuale e decise d'iniziare subito a sperimentarla. Memore degli esercizi pre-sesso che era solita praticare col marito, iniziò a menarsi il neonato membro ma, nonostante un iniziale e comprensibile entusiasmo da neofita, l'eiaculazione la deluse oltremisura: l'orgasmo femminile era molto più intenso e donava più energia a livello fisico, invece questa versione al maschile la lasciava alquanto insoddisfatta dato che le pareva molto più meccanica e riduttiva ed anche piuttosto spossante. Tuttavia la perversissima Bendetta P.  non si arrese e, decisa e determinata nello sperimentare qualsiasi aspetto di questa sua nuova sessualità, decise di continuare a provare con mille e più pratiche perverse consumando quantità industriali di zabaioni farciti con maestria e buongusto (dato che lei/lui era un/a grande cuoco/a), riversando litri su litri di vasellina e adoperando un'infinità di giocattoli erotici appartenenti al suo passato di brava madre e brava moglie in pubblico e di maialina sporcacciona dentro le mura domestiche. Le pratiche di sperimentazione sessuale andarono avanti fino a pomeriggio inoltrato (poiché non aveva niente di meglio da fare nella vita) e culminarono con l'arrivo del marito, verso le sei e mezzo: Bendetta lo prese di forza e lo scagliò contro il letto; il pover uomo glielo lasciò fare poiché pensava la moglie ancora dotata di vagina ma, una volta che lui si fu spogliato e lei anche, non poté fare a meno di notare che Bendetta sfoggiava un membro che, per giunta, pareva essere anche più grosso del suo. Il primo sentimento infatti fu l'invidia ma subito dopo, in lui, penetrò il terrore:
"cosa hai intenzione di fare Bendetta?"
"Indovina troietta..."
"Non capisco..."
"Voglio provare quello che hai provato tu quella sera dopo il party a casa dei Remigi"
"Ma di cosa stai parlando? Non capisco?"
"Non fare il fetente cuore mio, quella sera mi avevate portata al pronto soccorso perché ci ero andata pesante con la coca ed ero finita in uno stato di incoscienza. Quando siamo tornati a casa tu ti sei approfittato della mia stanchezza e mi hai obbligata in un coito anale che ha determinato la fine ufficiale della verginità del mio sederino! Questo sederino!" Bendetta si girò di scatto mostrando il culo al marito "Questo sederino che tutti gli italiani ammirano ogni dì sul teleschermo e che tu ti sei preso con l'inganno e la vigliaccheria!"
"Cerca di capire Bendetta! Era diventato frustrante per me il fatto di non averti ancora sodomizzata! Dove si è mai visto un marito che non conosce nel profondo il lato B della sua signora? Ero diventato lo zimbello di tutta la redazione!"
Per un attimo Bendetta parve convinta dalle parole del marito e si accasciò un attimo al suolo, scoppiando a piangere. Il marito si avvicinò alla sua amata con lo scopo di consolarla ma una violenta scossa di terremoto lo ributtò sul letto. Il suolo iniziò a tremare e Bendetta smise di piangere. Alzò lo sguardo verso il marito: i suoi occhi si erano colorati di rosso sangue ed una voce gutturale usciva dalla sua bocca:
"Ormai è troppo tardi, dobbiamo completare la nostra unione invertendo i ruoli tradizionali imposti da questa società umanoide e consumare un rapporto sessuale! Tu rimarrai incinto del mio seme e partorirai con dolore un bambino.
 Esso determinerà la fine dei giorni e delle notti.
 Nei suoi occhi scorrerà l'odio per il genere umano
porrà fine alla speranza
ed alla carità
e darà nuovo motivo al dolore di essere
Noi siamo la nuova stirpe
la stirpe del sangue infetto
e genereremo la conclusione di tutto ciò che è conosciuto!"
Il coito ci fu
e tutto il resto divenne storia...

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