venerdì 16 marzo 2012

Storie di vita vissuta: Cuggino Tunine (my cousin Little Tony)

Quando lo vidi la prima volta, a tre anni, già mi stava sul cazzo: un bambolotto gonfio coi boccoloni biondi e la faccia a culo, uno di quei bambolotti creati da una ditta merdona che tenta di tirar su due soldi mettendo sul mercato delle imitazioni di bambolotti ben più noti e ben più costosi, solo che non si trattava di un pezzo di materia inanimata (magari fosse stato così) ma di una forma involuta  di essere umano meglio conosciuta come bambino: il suo nome era Tunine ed era mio cugino. Ricordo con particolare piacere che quando ci misero per la prima volta uno davanti all'altro e mia zia (sua madre) fece le presentazioni, la prima cosa che feci fu sputargli in faccia poiché in giovane età ero dotato di un sesto senso molto sviluppato (caratteristica che purtroppo ho perso crescendo) e già intuivo la squallida evoluzione del personaggio che mi si parava di fronte. Nonostante il mio rifiuto viscerale nei suoi confronti, il piccolo Tunine dimostrò da subito un attaccamento morboso ed inspiegabile nei miei confronti così che, ogni volta che andavo coi miei a trovare i miei nonni e anche la sua famiglia era presente, mi si appiccicava addosso senza mai darmi un attimo di tregua: mi seguiva ovunque, se non mi vedeva mi chiamava, voleva continuamente giocare con me, addirittura, quando andavo in bagno, mi aspettava fuori dalla porta...
Andare in giro con Tunine era un dramma poiché era fissato, fino alla malattia, coi cartoni di robot giapponesi e, ogni volta che passeggiavamo per le vie del paese dei miei nonni (cioè, io passeggiavo e lui mi ronzava intorno assilandomi) si produceva, solo ed esclusivamente, in interiezioni atte a simulare i vari raggi gamma, lame rotanti, razzi missile solitamente prodotti da qualche cazzo di super eroe meccanico asservito al culto della libertà del genere umano e al rompere i coglioni a coloro i quali, nella vita, vorrebbero pensare solo ai cazzi loro. Questa simpatica abitudine lo ha accompagnato fino ai 19 anni ed il motivo non va rintracciato, come penserete sicuramente voi menti birichine, nel fatto che Tunine potesse essere ritardato (cosa che agli effetti non era) ma solo nel fatto che fosse completamente rincoglionito da troppa televisione: alla fine, Tunine, era solo un bambino che non aveva amici (in quanto rincoglionito) e alla fine era condannato a stare a casa a guardare la tv e ad immaginarsi mondi immaginari dove lui era un robot disegnato a cazzo di cane programmato al fine di liberare il genere umano dal buon senso e dal buon gusto e dove, alla termine delle sue battaglie, anche i rincoglioniti come lui avrebbero trovato un posto di potere e di dominio.
Alla fine, all'età di vent'anni, Tunine non poté, con suo grande rammarico, essere tramutato in un robot dagli scienziati della stronzaggine ma, comunque, riuscì a scovare una via alternativa che comunque lo avrebbe portato alla realizzazione dei sogni ad occhi aperti che per tutta l'infanzia e per tutta l'adolescenza lo avevano accompagnato
e partì militare
al termine della naja firmò per diventare un soldato di carriera
ha sparso la sua stronzaggine per tutta la ex Jugoslavia con le cosiddette missioni di pace
Si è molto dispiaciuto quando "gli hanno tolto l'Afghanistan" perché sperava fortemente di andarla a spargere anche là.
L'ultima volta che ho visto Tunine era nel 2001, dopo di che non l' ho più visto. Circa tre anni fa mi fece la richiesta d'amicizia su facebook.
Ovviamente la rifiutai.
Lui se ne ebbe molto a male.
Mi sembrava un po' il minimo considerato quanto mi aveva frantumato il basso ventre in gioventù
Quel coglione

Mira, oh italico popolo!
questo è il tuo esercito
questi sono "i nostri ragazzi"
Ragazzi che se non ci fosse l'esercito ora sarebbero dei disadattati che, convinti di essere in un cartone animato di mazzinga zeta, vagherebbero confusi per le strade della nazione.
Complimenti

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