giovedì 4 agosto 2011

Storie di vita vissuta: la confraternita dei vecchi bavosi e dei bambini atletici

Quand'ero piccolo sotto casa mia si riuniva, tutti i giorni, una confraternita amena di bambini della mia età  con al seguito i loro nonni; i bambini giocavano a giochi inutili e disperati mentre i nonni parlavano delle loro vite inutili e disperate creando, tutti insieme, un contesto unicamente inutile e disperato. Io che ero un bambino fessissimo, decisi di aggregarmi all'amena confraternita e, con mia nonna al seguito, mi portai nel mezzo a questo circolino privato di inutilità e disperazione e, grazie alla raccomandazione ( l'Italia è un paese clientelare anche coi bambini) della nonna di un mio vicino di casa, iniziai a giocare con loro dimostrandomi uno dei più incapaci: gli altri bambini erano biondi, alti, con gli occhi azzurri e tutti con grosse capacità atletiche mentre io ero basso, col fisico terrunciello e una totale incapacità nelle attività atletiche ( poiché fino ad allora ero sempre stato chiuso in casa a giocare da solo): non vi era giuoco nel quale non uscissi sconfitto, non vi era tattica che mi entrasse in testa. Mia nonna si vergognava molto di me e tutte le volte mi rimproverava per la mia inettitudine nel gioco, umiliandomi di fronte a todos los presentes.
Ricordo in particolar modo una volta, quando, una notte d'estate, una bimba particolarmente dotata nell'arte del canto si mise ad intonare le canzoni dei cantanti italici che andavano di moda ai tempi ( Masini, Raf, Zucchero) destando nei vegliardi approvazione e compiacimento. Io, ormai sconfitto in tutti gli altri campi, vidi nel canto la possibilità di poter riscattare le mie continue sconfitte nei giuochi da infanti e intonai, senza aver mai intonato nemmeno un rutto in vita mia, una canzone di Gino Paoli, la ben nota "il cielo in una stanza", sortendone una versione sgrammaticata e atona, totalmente irriconoscibile dall'originale:
"Smettila di cantare stupido! Lei è brava, tu no! stai zitto!" mi apostrofò la mia nonnina di merda.
 MI azzittii e non proferii più parola, avviandomi, sconfitto per l'ennesima volta, verso casa mentre mia nonna sia era trattenuta in loco per continuare ad ascoltare i vocalizzi della giovane stronzetta.
Son passati diversi anni da quel giorno e molte cose son cambiate: mia nonna è morta da lì a pochi anni e per lei non ho versato neanche una lacrima in tributo alla stima e alla fiducia che aveva sempre nutrito nei miei confronti, la bambina particolarmente dotata al canto non coltivò mai questa sua "eccezionale" qualità e, da lì a pochi anni, iniziò ad occuparsi più di cazzi in genere che di arte e derivati; questa sua nuova passione le costò la gioventù poichè divenne ragazza madre molto presto. La sua particolare dote l'avrà sfruttata per cantar le ninna nanne. Per quanto mi riguarda ho fatto uscire tre dischi finora, due con il gruppo ed uno, estemporaneo, da solista, e canto in tutti e tre. Non penso di essere un fenomeno e non credo di aver mai partorito un capolavoro, però quei dischi qualcuno se li è comprati e qualcuno ai concerti applaude, se avessi preso per vere le ingiurie di mia nonna ora avrei avuto parecchie soddisfazioni in meno e avrei più ragioni per morire che di vivere. Grazie nonna, sei stata la prima persona a farmi capire che a questo mondo non ci si può fidare proprio di nessuno, nemmeno, e soprattutto, dei parenti. Marcisci in pace.

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