sabato 9 giugno 2012

Una sera al cinematografo: Dark shadows 2012

In un Inghilterra, rappresentata, al solito di Burton, con toni cupi e gotici (che regista originale ed imprevedibile!), la famiglia Collins decide di aprire un'attività ebrea di pesca e commercio di pesce (immagino quanto sia buono il pesce da quelle parti...) nel Maine nei lontani Stati Uniti. Insieme a loro c'è anche il piccolo Barnabas, un bimbetto gretto ed insopportabile, figlio dei collins ed erede dell'intera fortuna della famiglia. Il tempo passa e gli affari fioriscono e con loro anche il piccolo Collins che, da uomo ormai maturo, inizia a fare il rubacuori approfittando dellla sua faccia come il culo, dei suoi modi da leccapalle e del fatto che è ricco sfondato. Tra le sue vittime c'è anche una serva della famiglia, tale Angelique, incredibile strappona, alta, coscia tornita, culo a mandolino e tette invitantissime che però, lo stolido figlio di papà, rifiuta e denigra, preferendole una troietta insipida, senza tette né culo e con la faccia da drogata (a questo punto è evidente come a Burton piaccia il cazzo). Giustamente la serva si adira e, essendo egli strega, uccide prima i genitori e la spasimante di Barnabas e poi tramuta lo stolto benestante in un vampiro. La gente del villaggio si rende conto che nella loro comunità si nasconde un vampiro e rinchiudono il povero Barnabas dentro ad una bara di metallo ad alta sicurezza. Dopo duecento anni, degli operai di un cantiere edile, ritrovano la bara di Barnabas e, fessi fessi, la riaprono il vampiro torna alla luce (o meglio al buio della notte) e, come segno di gratitudine, massacra gli operai (anche nei film di Burton gli operai son sempre i primi a pagare le conseguenze). Dopo l'efferato genocidio, il nostro si rimette in marcia verso la sua antica magione ove scopre che i suoi discendenti sono in completo decadimento, sia morale che economico, e che la strega Angelique, che essendo strega e pure immortale, si è impossessata del circuito ittico del Maine divenendo ricca e, oltretutto, sempre più strappona alla faccia sua. Tutto ciò da il via ad una serie di situazioni tra il comico ed il macabro, come da sempre Burton ci ha abituati, che termina con la sconfitta della strega e la ricongiunzione finale tra Barnabas e la sua amata senza tette né culo dimostrando che l'amore è eterno e che le persone cattive alla fine perdono sempre ( che mondo fantastico quello di Burton!)
Burton ha veramente sfrangiato i coglioni con questa sequela infinita di fiabe oscure che, nel tentativo di farci sia ridere che terrorizzare, alla fine della fiera non fanno smuovere assolutamente dalle nostre interiora se non un incontenibile bisogno di vomitare su quelli che al cinema sono nella fila davanti (almeno così diamo un senso alla serata rovinando le vite altrui). Johnny Depp è un ottimo attore pur tuttavia ci ha rotto il cazzo ritrovarcelo tutte le volte nelle pellicole di Burton (che siano dunque amanti?), la trama del film è naif e priva di originalità, le ultime scene, poi, sono una sequela di banalità messe in fila esponendo il dramma di un uomo (Burton) che altro non ha da donare al pubblico se non la parodia di sé stesso. Poi, parliamoci chiaro, questi vampiri hanno rotto il cazzo: Twilight, True Blood e ora anche questo Dark Shadows, l'unico mostro strappamutande, di fronte a cui le donne non scappano urlanti ma, au contraire, iniziano a calarsi le gonnelle, è si una miniera d'oro, dato che in sé coniuga sia tematiche horror per gli uomini e la love story preconfezionata per le donne, ma ora sinceramente a Hollywood dovrebbero rendersi conto che questa zanzara in smoking avrebbe anche iniziato a rompere il cazzo.
Magari, poi, la mia insofferenza nei confronti di questo film è dovuta alla mia nazionalità poiché, noi italiani, siamo talmente abituati ai vampiri, tra equitalia e vaticano, che tali storie ci appaiono come normale amministrazione giornaliera...  



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.