Non vi erano voli economici per il Bengala quindi dovetti fingermi missionario e partire con un improbabile aereo russo, risalente ai tempi del benemerito baffone Stalin, insieme ad una manica di baciapile intenti a salvare il mondo dalla minaccia del demonio del buonsenso e dalle streghe della ragionevolezza. Il viaggio con loro fu abbastanza imbarazzante poiché essi erano dediti alla continua preghiera ed al martoriarsi le parti intime con rami d'ulivo. Non potei non astenermi da questi pratica, poiché avevo un ruolo da sostenere, e mi toccò flagellarmi gli attributi insieme a tutti gli altri sfegatati di cristo. Al termine del viaggio sentii quasi di aver raggiunto, tramite la pratica dell'auto-flagellazione, infine l'espiazione e, per non perdere l'esercizio, tagliai la gola ad uno dei miei beghini compagni di viaggio, dentro al cesso dell'aeroporto. Da lì iniziai a cercarmi una guida per farmi condurre nella foresta ove le stronzissime scimmiette hanno albergo.
All'inizio fu un po' difficile reperirne poiché, quando mostravo la cartina indicando la famigerata foresta, tutti fuggivano con le mani davanti alle chiappe ma alla fine ne trovai una: un vecchio sdentato che parlava uno stentato inglese
"ah ok, you want go to forest of monkey that fuck ass, promise i take you to forest of monkey that fuck ass, are you gay sir?"
"No"
"and why want go to forest of monkey that fuck ass?"
"No"
"What?"
"No"
"What no?"
"No"
ok, lo ammetto non ho mai imparato l'inglese e, in vita mia, mi han sempre insegnato che se a qualsiasi domanda rispondi sempre con un no secco e deciso alla fine ti trovi sempre bene. Comunque sia, l'insistenza dell'orribile creatura del terzo mondo, iniziava a scocciarmi; ormai aveva detto ok, cosa aveva da insistere? Lo afferrai per la maglietta, lorda di sughi fetidi, cingendogli la gola in un ultimo letale abbraccio: roba forte. Essendo egli vecchio e, oltretutto malnutrito, non durò molto tra le mie mani. Ciò attirò la folla che, accortasi del misfatto, non tardò ad afferrarmi e condurmi alla prima stazione di polizia nei paraggi.
Ma dimmi te se anche questi popoli di sottosviluppati devono avere un forte senso delle istituzioni...
venni arrestato
processato
condannato alla pena capitale
quindi tradotto in un carcere disumano a prova di comfort.
Negli ultimi giorni che mi rimanevano da vivere, prima che la fucilazione avesse luogo, la mia mente si abbandonò a continue elucubrazioni:
Perché ero finito laggiù?
Perché mi facevo dei problemi dove i problemi non erano?
Ma poi, che cazzo me ne fregava delle scimmiette cazzute del Bengala?
Durante il mio periodo di detenzione pensai a tutto questo, riuscendo ad arrivare a nessuna conclusione accettabile a parte realizzare quanto fossi veramente una persona povera di pensiero.
Poi il mio stato, il mio amato stato, denominato itaglia una mattina si svegliò decretando che ero imputato di due omicidi: una psicologa transessuale ed un missionario coi coglioni tumefatti. I diplomatici italici iniziarono le trattative per riavermi in patria e processarmi in quanto pluriomicida. All'inizio il governo del Bengala fece un po' il difficile ma poi, considerato che aveva bisogno di un prestito da parte del FMI, decise di rilasciarmi in mani itagliane. Il governo nazionale, essendo in periodo pre-elettorale, aveva bisogno di dimostrare che aveva il pugno di ferro coi delinquenti come me e fu solo per quello che si dilettò con decisione per farmi tornare nelle patrie galere.
Il mio processo iniziò
La maggioranza al governo perse le elezioni durante lo svolgimento del processo
il mio caso venne dimenticato
e magicamente, grazie alla legge sulla prescrizione breve, tutto finì in un nulla di fatto
a nulla servirono le proteste delle associazioni g.l.b.t.q. e di quelle cattoliche (per la prima volta unite sotto un'unica bandiera)
Venni rilasciato
Mi sentivo una scimmietta cazzuta del Bengala mentre uscivo dal carcere, una scimmietta cazzuta che aveva appena finito di pestare il suo membro, sempre eretto, tra due glutei
un gluteo chiamato legge
un gluteo chiamato giustizia
e scimmie cazzute del Bengala siamo un po' tutti in questo paese denominato itaglia: tutti presi nel raggirarci l'uno con l'altro e poi, raggira raggira in questa infinita (rag)girandola, il primo che scopre il fondo schiena paga per tutti, giustificando la stronzaggine altrui e ponendo un altro tassello nella torre di babilonia del "non poteva andare altrimenti"
E se credevate che la perversione in questo racconto fossero le scimmiette del Bengala, la psicologa transessuale, i missionari coi coglioni straziati o il fatto che un barbone del terzo mondo sappia parlare l'inglese meglio di un itagliano di merda, vi sbagliate di grosso: l'unica perversione in questo racconto è la legge itagliana, e mi dispiace che abbiate dovuto leggere tre post ripieni di stronzate per giungere a questa amara conclusione...
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