Una sera al cinematografo: Come te nessuno mai 1999
In una Roma violentata dalla cagnesca fotografia di tale A.Catinari, un giovane idiota denominato Silvio frequenta le superiori e s'innamora di giovani pulzelle al di là della sua portata (in quanto, oltre che idiota, anche ributtante all'occhio umano). Giustamente s'innamora della ragazza del suo amico Martino (classico biondino frocio di sinistra coi capelli lunghi scalati e la maglia del Che, uno da ardere vivo insomma) e decide di provarci nottetempo dentro alla scuola occupata che, ovviamente, non può che essere il liceo classico (potente focina di stronzi incapaci, buoni solo a tradurre le parolacce dall'italiano al greco). La notte arriva, Silvio ci prova con la ragazzina, che si rivela essere una zoccoletta senza scrupoli capace di accoppiarsi anche con un poliomelitico senza presentare il conto in fondo alla prestazione, ma rimorchia solo una limonatina fuggitiva ed una sonora figura di merda col suo amico Martino che, nelle scene successive, tenterà di ucciderlo nei modi più bizzarri e fantasiosi. Nelle ultime scene si vede la polizia irrompere nel plesso scolastico malmenando ed arrestando i vari studenti (che si rivelano essere una manica di figli di papà col cuore a sinistra ma col portafoglio a destra) che si erano permessi di occupare la scuola. Silvio ovviamente riesce a fuggire utilizzando la sua amica Claudia (una cessa inguardabile e cerebrolesa che il regista fa comparire all'improvviso e totalmente a caso alla fine del film) come scudo umano contro le manganellate dei poliziotti. Nell'ultima toccante scena, il perverso Silvio riesce, tramite l'inganno e la menzogna, a far allargare le cosce ad una ormai morente Claudia (morente per via delle ripetute manganellate ricevute dagli sbirri) riuscendo a perdere le verginità prima che sul corpo della giovane si abbatta il rigor mortis.
Non pago di averci già fracassato la minchia di banalità e luoghi comuni con il precedente "ecco fatto", Gabriele Muccino decide di dare un decisivo e letale colpo di grazia ad un allora morente cinema italiano (tranquilli oggi è solo putrescente...) con questo film di merda: un collage malfatto sui turbamenti adolescenziali di giovani figli di papà che giocano a fare quelli di sinistra. Il risultato finale comunque fa semplicemente la gioia del classico italiano medio:
1)La scuola italiana funziona sono i giovani che la rovinano
2)Le occupazioni vengono fatte solo per far casino, fumarsi le canne, chiavare come ricci e soprattutto per non studiare
3)Gli sbirri son delle brave persone
4) Quei ragazzini con le creste, i chiodi ed i calzari eccentrici sono una manica di mantenuti finocchi rottinculo che spaccano tutto che tanto poi i danni li paga il papà che di lavoro minimo fa il manager di una ditta termo-nucleare tedesca
La suddivisione delle sottoculture giovanili all'inizio del film è quanto di più penoso sia mai stato proiettato su uno schermo cinematografico: il termine "alternativo" era già passato di moda e considerato fasullo ed insignificante già nel 1995 e cioè 4 anni prima che questa cagata su pellicola venisse resa nota al grande pubblico. Da notare la partecipazione del giovanissimo fratello di Muccino al film, non solo come attore principale (il cialtronesco e squallido Silvio) ma anche come co-sceneggiatore del film, dando una mano al regista non solo a seppellire definitivamente la dignità del cinema italiano ma anche a gettare ulteriori incomprensioni sul mondo dei giovani italiani che in questo film si trovano sviliti e tragicamente fraintesi.
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