Durante i tempi della crisi trovare lavoro non è impresa facile e nonostante avessi presentato a plurime aziende il mio curriculum vitae non riuscii a trovare il mestiere che mi potesse garantire il tozzo di pane ,più contributi, che riesce a fare di ogni uomo, da un patetico e parodico scarabocchio di natura, un soddisfatto ed appagato pezzo di merda.
Vagavo triste per le strade di questa valle colorata ove in ogni manifesto l'umana gente ride e scoppia di salute mentre quella che si riversa per le strade è depressa e afflitta da problemi esistenziali, quando ad un tratto, sull'ingresso di una profumeria, lessi l'annuncio: "Cercasi commessa anche senza esperienza".
Il sorriso tornò sulle mie labbra ormai use all'istinto di autocommiserazione e presi la palla al balzo. Corsi a casa e mi feci prestare i vestiti da mia sorella e da Gepo Bargecchia, quale ero all'anagrafe, divenni la truccatissima, biondissima (la parrucca me la feci prestare da mia madre, testimonianza del suo passato nelle corsie d'oncologia) e "vagamente" androgina Gwendalyn Bargecchia.
I primi tempi nella profumeria non furono facili poiché, obiettivamente, di profumi, trucchi e cazzate annesse non capivo una benemerita minchia, col tempo però appresi dalle mie colleghe che nel mondo del commercio non importa avere delle competenze ma solo un'espressione rassicurante, dei modi garbati, una conoscenza medio/bassa dell'italiano e saper argomentare bene le enormi balle che si proferiscono alle clienti...
Iniziarono tempi di prosperità per il/la sottoscritto/a, venivo ricercato/a da tutte le clienti e venni insignito/a per ben 5 volte con un premio di produzione in busta paga.
Poi tutto, come sempre ha da succedere, cessò di essere perfetto e remunerativo poiché, un grigio mattino di Aprile, si palesarono all'interno della profumeria una dozzina di quelle che per comodità chiamerò "le vetuste donne dalle lunghe gonne, piuttosto nane ma comunque bionde". Entrarono frettolosamente, spintonando le altre clienti che si trovavano sulla loro traiettoria
"siamo in ritardo"
"abbiamo lasciato la macchina in doppia fila"
"avanti che ci fanno la multa"
Mi stressavano con mille domande inutili, con incessanti richieste di sconto e, se provavi ad imboscarti cercando di servire qualche altra avventrice, ti afferravano per un braccio e ti ordinavano sgarbatamente le loro cose; avevano voci stridule e fastidiose, emanavano un odore tipo la fragranza di sottopalla dopo 4 giorni che non ti lavi e, in più, emanavano flatulenze silenziose ma odorosissime che riuscivano, tanto era forte il loro olezzo, a donarti uno stato di stordimento...
Riuscimmo a farle uscire dal negozio in un'ora circa
Tirammo un sospiro di sollievo ma, dopo soli 5 minuti, un'altra dozzina di "vetuste donne dalle lunghe gonne, piuttosto nane ma comunque bionde" entrò dall'ingresso con gli stessi modi della sporca dozzina che le aveva precedute e tutto riniziò da capo... Da lì in poi la vita cessò di essere bella per me e per le mie colleghe e le "le vetuste donne dalle lunghe gonne, piuttosto nane ma comunque bionde" presero il sopravvento sulla profumeria, entrando a gruppi di 12/15 unità alla volta, mettendo a soqquadro il negozio e la nostra stabilità mentale per un'ora circa e dandosi il cambio con un altro gruppo di loro simili appena l'ora era trascorsa. Frasi del tipo
"mi può dare una mano? In questo negozio c'è una tale confusione, ma voi non le fate le pulizie?"
"Ma lei è stata assunta da poco? No, perché vedo che non sa niente" risuonavano ormai nella mia testa anche di notte,
mi svegliavo tutto/a sudato/a
le "vetuste donne dalle lunghe gonne, piuttosto nane ma comunque bionde" erano entrate ormai anche negli angoli più remoti del mio cervello, facendomi scivolare, ogni giorno di più, nei meandri più sconfinati e desolanti della follia.
Ma cos'è la follia, se non una parentesi rosa tra le parole "vita" e "dimmerda"? Ed all'improvviso, anche se in forma diversa, la mia vita era scivolata un'altra volta ancora in un lago d'escrementi, escrementi composti da orari, stress, e dalla totale mancanza dei cari vecchi premi di produzione nella busta paga: con delle clienti del genere, continuamente insoddisfatte, lamentose ad anche poco propense allo spendere, era impossibile che i titolari notassero un miglioramento negli incassi e nella soddisfazione della clientela...
.....CONTINUA....
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