mercoledì 25 aprile 2012

Mi svegliai pazzo

Quella mattina aprii gli occhi e mi svegliai pazzo. Mi vestii di corsa e, sempre di corsa, corsi all'anagrafe ove comunicai il cambio di residenza ma dando l'indirizzo sbagliato; riconosco ancora oggi l'errore ma non intendo risponderne legalmente poiché non riconosco al mio comune di residenza, dati gli spuorchi giuochi di potere da esso orditi per la costruzione di un orribile termo-idro-rigassificatore, il diritto di giudicarmi, condannarmi e quindi multarmi.

Mi svegliai pazzo quel giorno ma sicuramente non stronzo.

Il vigile, quindi,  andò all'indirizzo sbagliato per verificare se il cambio di residenza era avvenuto o meno e al mio posto trovò un negro frocio con la R moscia. Il vigile, che era una persona seria ed irreprensibile, diede la residenza al negro frocio con la R moscia e, già che c'era, anche la mia identità così che,il negro, trascorse, al fine di festeggiare il lieto evento, tutta la serata per locali ambigui ove gli uomini si vestono da donna e viceversa, infangando il mio nome e la mia fama di playboy di donne immaginarie recandosi, ogni piè sospinto, in pinete poco illuminate, camere oscure e senza poesia, bagni pubblici con numeri di telefono di camionisti vogliosi scritti sui muri.
Avendo quindi assunto l'identità e la mancanza di permesso di soggiorno di un negro frocio con la R moscia la mia vita conobbe, com'è ovvio, uno sconvolgimento: entro pochi giorni, dal tragico errore, mi arrivò a casa niente popo' di meno che il foglio d'estradizione con la richiesta di abbandonare il paese Itaglia e di tornare nel mio d'origine entro due settimane, dato che il negro frocio con la R moscia oltre che negro, frocio e con la R moscia era anche uno scavezzacollo di professione ed aveva miriadi di denunce a suo carico per furto, rapina e atti osceni in luogo pubblico (son convinto che mi sarebbe stato simpatico se lo avessi conosciuto in un'altra occasione). Il problema era che, al momento attuale, ero un negro frocio con la R moscia  e nel mio paese d'origine (che non era quello vero d'origine ma vabbé),ove vigeva la Shari'a, sarei stato sicuramente lapidato dalle persone imbacuccate e salmodianti e ciò, sia ben chiaro, non mi faceva piacere. Ero sempre comunque troppo giovane per morire, prima di morire volevo togliermi la soddisfazione di entrare in chiesa durante la funzione domenicale e pisciare nell'acquasantiera...
Mi consigliai con un mio amico che aveva studiato e che era simultaneamente disoccupato proprio perché aveva studiato (quindi aveva anche parecchio tempo da impiegare per dispensar consigli) e capii dalla nostra conversazione che avrei dovuto sposarmi con una donna italica e, di rimando, acquisire di nuovo la cittadinanza sebbene negro, frocio e con la R moscia. Ero sempre stato contrario al matrimonio ma, in certe condizioni, non potevo certo mettermi a fare l'idealista.
Furono giorni indimenticabili quelli che seguirono, giorni in cui mi producevo in sguardi languidi, pose plastiche, mosse pelviche, aperitivi infiniti, serate in discoteche poco illuminate. Per non parlare dei pomeriggi trascorsi sulle chat per persone solitarie: ore ed ore a parlare delle mie misure o della lei occasionale, delle pratiche erotiche  preferite, degli strumenti utilizzati per praticare l'atto erotico di coppia, di gruppo o solitario.
Purtroppo, però, non trovai alcuna donna disposta a convogliare a giuste nozze poiché dati i canoni estetici presenti nel cerebro dell'italica femmina generica sarebbe stato meglio se fossi stato davvero un negro frocio con la R moscia...
Consigliarmi con il mio amico fu quindi un errore che mi fece perdere tempo ed autostima per quel che riguarda le mie capacità da playboy, ma una cosa non mi aveva fatto perdere: la follia! Quella follia che mi era stata in dono una mattina di due settimane prima.
Allora mi decisi e compii l'estremo gesto
e mi uccisi
ma non nel senso che presi il mio corpo con l'intento di soffocarlo in una nube tossica fatta di cappi, veleni, lame da rasoio, tubi del gas ed una fossa di rimpianti e di rancori
no
niente di tutto questo
andai dal mio io, quello istituzionale e lo soffocai in una nube tossica fatta di cappi, veleni, lame di rasoio, tubi del gas ed una fossa di rimpianti e di rancori
in parole povere aspettai il negro frocio con la R moscia sotto casa
lo aspettai per circa due ore
poi, alle 5 di mattina, arrivò che era sempre vestito da drag queen
gli piantai 36 coltellate nell'addome e nella gola per riavere me stesso, per poter tornare a guardarmi allo specchio e rivedermi bianco, italico e fiero
In seguito le autorità si scusarono con me per l'increscioso incidente burocratico risarcendomi tramite busta paga e assumendomi in qualità di usciere comunale
Il corpo del negro frocio con la R moscia non venne più ritrovato ma secondo l'opinione pubblica era piuttosto chiaro che le cose andassero a finire così e che il negro se l'era andata a cercare facendo finta di nulla quando il vigile l'aveva scambiato per un bianco basso etero senza particolari difetti di pronuncia.
L'Itaglia può essere un paese meraviglioso alle volte...




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