domenica 25 marzo 2012

Il drammone indianone!

Ma io dico, se sei un frichettone maledetto bastardo, che siccome non ha da fare un cazzo nella vita, un giorno decide di andare in India a trovare sé stesso o, altrimenti, a cercare quella spiritualità che pare essersi persa in questo occidente così materialista, oppure a ripercorrere le tappe storiche di quel pacifista-hippie-balordo-barbone-spalletonde di Gandhi, non ti starà bene se arriva un gruppo di ribelli maioisti (???????) e ti rapisce cercando di ottenere la scarcerazione di altri fessi come loro che come loro credono in ideali dall'indiscutibile fascino retrò ma dall'indiscutibile inapplicabilità anche se si tratta di un paese del cazzo come l'India?
Partono a frotte vestiti con pigiami, sandali da livornese, canotte da tamarro e capelli unti e credono di andare in una disney world per asceti improvvisati per poi ritrovarsi dei fucili puntati alla gola da dei gruppi di rivoluzionari che, come i frichettoni stessi, sono farciti d'ideologie del cazzo e di una weltanschauung di cui si vergognerebbe anche un bambino delle elementari.
L'India non è paese di santoni, di divinità stronze, paffute e tentacolari, di persone che vivono la vita scegliendo di rinunciare al materialismo, ma è un paese di malattie, fame, miseria, prostituzione e, come hanno avuto modo di accorgersi anche Bosusco e Colangelo, di rivendicazioni ed ideologie del cazzo. Non si può pensare di ridurre questi paesi ad una visione da cartolina dove il capitalista vede guadagno ed il figlio dei fiori vede spiritualità poiché, sia in un modo che in un altro, si pratica del razzismo bello e buono.
Avere una visione romanzata dei paesi del terzo mondo è sempre e comunque un'ottica che deriva da un impianto ideologico strutturato intorno all'imperialismo occidentale ed al pietismo cattolico:
se è povero non è migliore
se è ascetico non è intelligente
se è spirituale è soltanto pericoloso

giovedì 22 marzo 2012

Il drammone ricchione!

Ma io dico, che cazzo gliene frega all'italiano medio (quel tipo di uomo che va con gli uomini ma si sposa con le donne e viceversa) se la comunità europea ha imposto al suo paese di merda (l'itaglia media) di autorizzare i matrimoni gay? Voglio dire, che cazzo gli cambia a questi se dei diritti, per ora prerogativa solo delle coppie sposate eterosessuali, vengono allargati anche agli omosessuali? Il vero dramma di questa intera vicenda non è il matrimonio tra persone dello stesso sesso (di cui non ce ne frega un cazzo) ma il fatto che non si riesca a pensare ad uno stato sociale che parta dall'individuo e non dal nucleo familiare. In itaglia, il welfare si basa sulla famiglia e su questa si basa nell'invio di aiuti e facilitazioni: assegni familiari, assegnazione di posti di lavoro, assistenza medica, pensione dei deceduti che finisce ai familiari, tutto confluisce nelle enormi sacche delle famiglie italiane che, ormai, negli anni hanno imparato a riconoscere, nella loro condizione di privilegio, la possibilità di commettere marachelle fiscali a più non posso al fine di simulare la mancanza d'introiti e ottenere meno tasse e più facilitazioni dallo stato. Ditte intestate alla moglie che, agli effetti, fa la casalinga, coppie separate che in realtà stanno sempre insieme ma dove si ricevono sgravi fiscali perché uno dei due fa finta di versare un assegno di mantenimento all'altro....forse le famiglie italiane non ci costano come l'intero parlamento ma,magari, poco ci manca. Che guadagno può darci, quindi, allargare questo bacino di scrocconi e sanguisughe agli omosessuali?
Il matrimonio tra gay non è il dramma ma è solo uno specchio per le allodole al fine di mascherare un problema più vecchio e duraturo: l'impossibilità di un paese di voltare pagina rispetto ad un passato fatto di tradizioni rigidissime che hanno solo contribuito a peggiorarlo e a renderlo una macchietta rispetto agli altri paesi ove il welfare si basa sull'individuo e non sul nucleo familiare ( e se ci pensate questa cosa ha molto più senso ed è indice di un paese che si prende cura di tutti i suoi cittadini). Mah

mercoledì 21 marzo 2012

Inca Ore-Silver Sea Surfer School 2009

"io con una donna non ci suonerei mai" sosteneva un noto imprenditore della musica indipendente.
"io con un idiota non ci suonerei mai" è quello che sembrerebbe sostenere inca ore mentre si ascolta i solchi di questo meraviglioso "silver sea surfer school" ed infatti la tapina è costretta a suonarsela da sola l'intera situazione, considerato che molti uomini preferiscono suonare solo con altri uomini raggiungendo il solo obiettivo di far cagare il cazzo e che molte donne si ritengono superiori al concetto di musica ma inferiori al concetto di tinello. Anche Zola Jesus, all'inizio, doveva andare in giro a suonare con le basi registrate da essa stessa medesima, raggiungendo il solo scopo che oggi ella è un fenomeno internazionale (eh beh!).



The Fallen "rebirth of the ancients" demo 1993

Black metal proveniente dall'inizio degli anni '90 da una nazione che non ricordo e che non ho voglia di mettermi a cercare perché tanto alla fine è tempo perso, un po' come la vita d'altronde. 'O voi piattoloni nostalgici, questo disco è dedicato a voi,
voi che che sostenete che tutto ciò che è vecchio è meglio di ciò che è nuovo
ma un tempo anche il vecchio è stato nuovo
e quando qualcosa è nuovo c'è sempre qualcuno a dire che era meglio qualcosa di più vecchio
e sempre avanti così
fino al giorno in cui capiremo
che si stava meglio quando si stava nelle caverne, battevamo la clava sulla roccia e venivamo massacrati dai dinosauri.
Felici prospettive

martedì 20 marzo 2012

Perversion is spreading (lo strano caso di Bendetta P.)

Non avendo di meglio da fare nella vita, Bendetta P. quel giorno si svegliò in prossimità del mezzogiorno. La sua figura pubblica (in quanto donna di spettacolo era forzata ad averne una), di madre itagliana nonché massaia rurale, le imponeva un certo regime autopunitivo per quel che riguarda il lato autoerotico ma lei, in verità, era una donna a cui piaceva molto fare porcherie solitarie ed annusarsi, in ultima fase, la manina rea ed intinta di umori e quindi, in sede privata, adorava spampanarsi la cialambrana appena sveglia quasi come in un rituale di buon auspicio per il giorno che sorgeva.
Solo che quella volta ci fu un cambio di programma
eh si
nel senso che a quel giro in luogo del rifugio umidiccio trovò il bastone nervoso
non nel senso che si era scordata il vibratore nella patatina
ma bensì che la patatina non c'era più, ed ora, fiero e turgido nel suo alzabandiera mattutino, al suo posto si ergeva un cazzo normodotato ma dal discreto diametro (cosa che conta molto nel mondo delle women a quanto pare...).
Bendetta P. non si scompose e non si disperò come in realtà avrebbe dovuto o potuto ma bensì fu entusiasta
della sua nuova prolunga sessuale e decise d'iniziare subito a sperimentarla. Memore degli esercizi pre-sesso che era solita praticare col marito, iniziò a menarsi il neonato membro ma, nonostante un iniziale e comprensibile entusiasmo da neofita, l'eiaculazione la deluse oltremisura: l'orgasmo femminile era molto più intenso e donava più energia a livello fisico, invece questa versione al maschile la lasciava alquanto insoddisfatta dato che le pareva molto più meccanica e riduttiva ed anche piuttosto spossante. Tuttavia la perversissima Bendetta P.  non si arrese e, decisa e determinata nello sperimentare qualsiasi aspetto di questa sua nuova sessualità, decise di continuare a provare con mille e più pratiche perverse consumando quantità industriali di zabaioni farciti con maestria e buongusto (dato che lei/lui era un/a grande cuoco/a), riversando litri su litri di vasellina e adoperando un'infinità di giocattoli erotici appartenenti al suo passato di brava madre e brava moglie in pubblico e di maialina sporcacciona dentro le mura domestiche. Le pratiche di sperimentazione sessuale andarono avanti fino a pomeriggio inoltrato (poiché non aveva niente di meglio da fare nella vita) e culminarono con l'arrivo del marito, verso le sei e mezzo: Bendetta lo prese di forza e lo scagliò contro il letto; il pover uomo glielo lasciò fare poiché pensava la moglie ancora dotata di vagina ma, una volta che lui si fu spogliato e lei anche, non poté fare a meno di notare che Bendetta sfoggiava un membro che, per giunta, pareva essere anche più grosso del suo. Il primo sentimento infatti fu l'invidia ma subito dopo, in lui, penetrò il terrore:
"cosa hai intenzione di fare Bendetta?"
"Indovina troietta..."
"Non capisco..."
"Voglio provare quello che hai provato tu quella sera dopo il party a casa dei Remigi"
"Ma di cosa stai parlando? Non capisco?"
"Non fare il fetente cuore mio, quella sera mi avevate portata al pronto soccorso perché ci ero andata pesante con la coca ed ero finita in uno stato di incoscienza. Quando siamo tornati a casa tu ti sei approfittato della mia stanchezza e mi hai obbligata in un coito anale che ha determinato la fine ufficiale della verginità del mio sederino! Questo sederino!" Bendetta si girò di scatto mostrando il culo al marito "Questo sederino che tutti gli italiani ammirano ogni dì sul teleschermo e che tu ti sei preso con l'inganno e la vigliaccheria!"
"Cerca di capire Bendetta! Era diventato frustrante per me il fatto di non averti ancora sodomizzata! Dove si è mai visto un marito che non conosce nel profondo il lato B della sua signora? Ero diventato lo zimbello di tutta la redazione!"
Per un attimo Bendetta parve convinta dalle parole del marito e si accasciò un attimo al suolo, scoppiando a piangere. Il marito si avvicinò alla sua amata con lo scopo di consolarla ma una violenta scossa di terremoto lo ributtò sul letto. Il suolo iniziò a tremare e Bendetta smise di piangere. Alzò lo sguardo verso il marito: i suoi occhi si erano colorati di rosso sangue ed una voce gutturale usciva dalla sua bocca:
"Ormai è troppo tardi, dobbiamo completare la nostra unione invertendo i ruoli tradizionali imposti da questa società umanoide e consumare un rapporto sessuale! Tu rimarrai incinto del mio seme e partorirai con dolore un bambino.
 Esso determinerà la fine dei giorni e delle notti.
 Nei suoi occhi scorrerà l'odio per il genere umano
porrà fine alla speranza
ed alla carità
e darà nuovo motivo al dolore di essere
Noi siamo la nuova stirpe
la stirpe del sangue infetto
e genereremo la conclusione di tutto ciò che è conosciuto!"
Il coito ci fu
e tutto il resto divenne storia...

venerdì 16 marzo 2012

Storie di vita vissuta: Cuggino Tunine (my cousin Little Tony)

Quando lo vidi la prima volta, a tre anni, già mi stava sul cazzo: un bambolotto gonfio coi boccoloni biondi e la faccia a culo, uno di quei bambolotti creati da una ditta merdona che tenta di tirar su due soldi mettendo sul mercato delle imitazioni di bambolotti ben più noti e ben più costosi, solo che non si trattava di un pezzo di materia inanimata (magari fosse stato così) ma di una forma involuta  di essere umano meglio conosciuta come bambino: il suo nome era Tunine ed era mio cugino. Ricordo con particolare piacere che quando ci misero per la prima volta uno davanti all'altro e mia zia (sua madre) fece le presentazioni, la prima cosa che feci fu sputargli in faccia poiché in giovane età ero dotato di un sesto senso molto sviluppato (caratteristica che purtroppo ho perso crescendo) e già intuivo la squallida evoluzione del personaggio che mi si parava di fronte. Nonostante il mio rifiuto viscerale nei suoi confronti, il piccolo Tunine dimostrò da subito un attaccamento morboso ed inspiegabile nei miei confronti così che, ogni volta che andavo coi miei a trovare i miei nonni e anche la sua famiglia era presente, mi si appiccicava addosso senza mai darmi un attimo di tregua: mi seguiva ovunque, se non mi vedeva mi chiamava, voleva continuamente giocare con me, addirittura, quando andavo in bagno, mi aspettava fuori dalla porta...
Andare in giro con Tunine era un dramma poiché era fissato, fino alla malattia, coi cartoni di robot giapponesi e, ogni volta che passeggiavamo per le vie del paese dei miei nonni (cioè, io passeggiavo e lui mi ronzava intorno assilandomi) si produceva, solo ed esclusivamente, in interiezioni atte a simulare i vari raggi gamma, lame rotanti, razzi missile solitamente prodotti da qualche cazzo di super eroe meccanico asservito al culto della libertà del genere umano e al rompere i coglioni a coloro i quali, nella vita, vorrebbero pensare solo ai cazzi loro. Questa simpatica abitudine lo ha accompagnato fino ai 19 anni ed il motivo non va rintracciato, come penserete sicuramente voi menti birichine, nel fatto che Tunine potesse essere ritardato (cosa che agli effetti non era) ma solo nel fatto che fosse completamente rincoglionito da troppa televisione: alla fine, Tunine, era solo un bambino che non aveva amici (in quanto rincoglionito) e alla fine era condannato a stare a casa a guardare la tv e ad immaginarsi mondi immaginari dove lui era un robot disegnato a cazzo di cane programmato al fine di liberare il genere umano dal buon senso e dal buon gusto e dove, alla termine delle sue battaglie, anche i rincoglioniti come lui avrebbero trovato un posto di potere e di dominio.
Alla fine, all'età di vent'anni, Tunine non poté, con suo grande rammarico, essere tramutato in un robot dagli scienziati della stronzaggine ma, comunque, riuscì a scovare una via alternativa che comunque lo avrebbe portato alla realizzazione dei sogni ad occhi aperti che per tutta l'infanzia e per tutta l'adolescenza lo avevano accompagnato
e partì militare
al termine della naja firmò per diventare un soldato di carriera
ha sparso la sua stronzaggine per tutta la ex Jugoslavia con le cosiddette missioni di pace
Si è molto dispiaciuto quando "gli hanno tolto l'Afghanistan" perché sperava fortemente di andarla a spargere anche là.
L'ultima volta che ho visto Tunine era nel 2001, dopo di che non l' ho più visto. Circa tre anni fa mi fece la richiesta d'amicizia su facebook.
Ovviamente la rifiutai.
Lui se ne ebbe molto a male.
Mi sembrava un po' il minimo considerato quanto mi aveva frantumato il basso ventre in gioventù
Quel coglione

Mira, oh italico popolo!
questo è il tuo esercito
questi sono "i nostri ragazzi"
Ragazzi che se non ci fosse l'esercito ora sarebbero dei disadattati che, convinti di essere in un cartone animato di mazzinga zeta, vagherebbero confusi per le strade della nazione.
Complimenti

lunedì 12 marzo 2012

UNA SERA AL CINEMATOGRAFO: Vicky Cristina Barcelona 2008

Vicky e Cristina, due vacche impomatate a stelle e strisce, vanno in Spagna per ferie e per bagordi. Ovviamente, trattandosi di un film di W. Allen, le due sconce meretrici provengono da delle famiglie altolocate ed hanno ricevuto un istruzione di alti livelli (per quanto possa essere alta in un paese di vacche e vaccari come gli U.S.A.). Il loro livello culturale piuttosto elevato (?????) le porta, un bel dì, ad una mostra di quadri del cazzo col solo proposito di fare quelle classiche figure di merda per cui gli americani si distinguono in queste occasioni ("Oh my god! Com'è possibile che Van Gogh non riuscisse a fare delle linee dritte????" vi giuro che questa l'ho sentita davvero n.d.a.) ed invece, ma guarda te, incontrano un tamarro spagnolo (caso mai ci fosse bisogno di specificare che uno spagnolo è tamarro per definizione) nonché pittore di donne nude (ma va là, non me lo sarei mai immaginato) che la affabula con una marea di discorsi a culo e facendole ubriacare come delle giacchette (ah, l'intramontabile vecchia scuola del corteggiamento!). Le due stolte cagne senza poesia si lasciano quindi incantare e, come in un fantastico racconto della catena harmony, decidono di seguire l'affascinante pittore tamarro in un viaggio in aereo (ovviamente lo stronzo ha il jet privato) verso la sua magione estiva. Nonostante la riluttanza di una delle due giumente zoppe il tronfio pettone riesce a chiavarsele entrambe ma, con suo grande rammarico, non contemporaneamente. Seguono una serie di roccambolesche avventure del cazzo e colpi di scena noiosissimi ove alla fine si scopre che in realtà il pittore è un muratore albanese in fuga dalla polizia, in quanto non detentore di permesso di soggiorno, e le due maledette rospe inguardabili finiscono al gabbio per falsificazione di documenti e dove, nell'ultima emozionantissima scena, vengono violentate da un gruppo di muratrici lesbiche tramite l'utilizzo di alcune gambe da tavolo (sullo svolgimento e le dinamiche dell'azione ci rimettiamo alla vostra immaginazione dato che riteniamo superflua una descrizione dell'evento)
Woody Allen, dopo averci scassato il cazzo per anni con le sue paranoie sulle donne, decide di fare un film dove lui si fa da parte, dando ampio spazio alle donne e mettendole come protagoniste principali  facendole esprimere in quello che, secondo lui, è il loro modo di ragionare e di porsi, raggiungendo il solo risultato di farcele passare veramente come una banda di mentecatte storpie che di fronte ad un bicipite o ad deltoide troppo scoperti perdono il senno e la ragione. In più c'è da aggiungere che come un americano vuol fare un film fuori dai suoi confini nazionali immancabilmente cade in una figura di merda clamorosa; caro signor Allen, la sua visione semplicistica dell'Europa come un enorme Disneyland divisa in reparti e sezioni, dove per amare si va in Spagna, per riflettere si va in Francia e per rompere il cazzo si va in Itaglia (come dimostrano quotidianamente i suoi simpaticissimi co-terranei in quel di Firenze), è quanto di più offensivo e riduttivo i miei occhi abbiano visionato negli ultimi 5/6 anni. Mi dia retta, continui a fare film ove espone al mondo il suo essere un complessato di 76 anni che ha fatto i soldi parlando di cose che qua in Europa abbiamo già appreso e dato per scontate circa alla fine del XVIII° secolo, anzi che mettersi a fare il saccente su due universi che palesemente non conosce: le donne ed il vecchio continente, caro il mio povero pedofilo stronzo!
P.s. Gradirei ricevere degli apprezzamenti per non aver fatto perno, nella mia critica, sul fatto che Woody Allen è un ebreo maledetto e bacchettone
Sono un drago!

giovedì 8 marzo 2012

8 Marzo-Lettera aperta alle donne

Care donne,
vi comunico sin da subito i miei auguri, e non per il fatto che oggi è la vostra festa ma più che altro per il vostro futuro che, ai miei occhi marci e gonfi di vermi brulicanti, appare tutt'altro che zuccheroso e caramellato. Nel giro  degli ultimi trent'anni la società etero-patriarcale (so che potrà non sembrare ma così è) è riuscita, tramite l'aiuto del mondo della moda spregiudicata e del televisore ultracolorito, ad avere ragione sulle vittorie femministe del secolo scorso, riuscendo a spostare il modello di riferimento, per voi donne, da monumenti all'autodeterminazione quali Dacia Maraini, Elsa Morante e Anna Magnani, a quello svilente e appassito della Barbie. Conquiste del cazzo come poter sfoggiare il jeans e la minigonna in giro per le strade, poter andare in giro di notte e il potersi fare le foto alla passera su facebook vengono fatte passare come conquiste dell'emancipazione femminile ma in realtà svelano solo il lato debole della parte femminile della nostra società: le donne oggi sono tenute schiave di una concezione comune che fa perno proprio sul corpo della donna. Se lo sloagan del secolo scorso era "il mio corpo è un campo di battaglia"oggi, se fossimo tutti meno ipocriti, potrebbe essere cambiato in "il corpo è la mia sola chiave d'accesso" per posizioni sociali che altrimenti sarebbero occupate dagli uomini (e non scordiamoci che gli uomini non rimangono incinti e quindi sono operativi al 100% a differenza delle donne). Se questa analisi non vi torna datevi un'occhiata in giro e ditemi cosa vedete: gli scolli della Clerici che, pur essendo bacucca e fatta con l'accetta, ostenta le sue tette da latte ogni piè sospinto, la farfallina inguinale di quella cagna maledetta di Belen, le evoluzioni a 90° della Parodi, i cartelloni pubblicitari che vomitano tette e culi come un torrente in piena, i programmi televisivi pieni d'allusioni e battute becere...
Nell'esporre il proprio corpo oggi una donna si sente libera, poiché ritiene di aver battuto le inibizioni ed i pregiudizi che prima infibulavano le loro madri e nonne, ma in realtà si trova solo ad essere venduta ed a confermare lo status quo maschile dove le donne son tutte puttane a parte la mamma e la sorella.
Oggi è la vostra festa ed improvvisamente tutti i politici si ricordano di voi ed iniziano a sciorinare la solita sequela di buoni propositi nei vostri confronti: lotta alle ingiustizie sul posto di lavoro (licenziamenti per le donne in gravidanza), aumento dei posti di lavoro per le donne (ah le quote rosa, questo voler associare per forza le donne agli handicappati impiegati nel pubblico impiego), e più assistenza alle lavoratrici con figli, tanto poi domani si parlerà d'altro e queste questioni verranno rimandate al prossimo anno dove verranno riproposte con la stessa solennità da altre figure che, nel frattempo, avranno sostituito quelle attuali. Intanto però per oggi vi hanno dato il contentino, vi hanno fatto sentire importanti, permettendovi di andare stasera a divertirvi con le vostre amiche andando a infilare i pezzi da 50 euro  su per il culo di spogliarellisti depilatissimi e frocissimi (complimenti!).
La ricorrenza dell'8 Marzo è un po' come il giorno della memoria del 27 Gennaio: un giorno intero ove una società modernamente fascista si lava la coscienza, concedendo alle sue vittime, per un sol giorno in tutto l'anno, di non essere brutalizzate. Bel regalo
 

mercoledì 7 marzo 2012

Cantico delle pensioni

Tutto iniziò quando gli uomini con le bocche di sterco proposero di alzare l'età pensionabile
dissero che la vita era migliorata e che la gente poteva lavorare un po' di più
qualcuno protestò ma alla fine non se ne fece di niente
e l'età pensionabile venne innalzata
poi però qualcuno, tra i lavoratori, iniziò ad avvertire lo stress da lavoro
poiché il lavoro era troppo e male organizzato in quanto il nepotismo degli uomini con la bocca di sterco aveva favorito gli inetti e gli stolti alla direzione dei posti di lavoro
e molti lavoratori uomini iniziarono ad avere problemi d'impotenza
e l'impotenza porta a far sentire un uomo inutile e una donna rifiutata
e se un uomo  si sente inutile poi si abbandona alla depressione
e se una donna si sente rifiutata poi si abbandona alla depressione
e la depressione porta all'incapacità sul posto di lavoro
e fu così che gli uomini con la bocca di sterco s'inventarono il viagra
i peni tornarono ad issarsi
e uomini e donne tornarono felici a lavoro
e l'età pensionabile venne innalzato ancora un altro po'
poi però qualcuno tra i lavoratori iniziò a morire d'infarto
poiché il viagra alla fine non faceva bene
e allora gli uomini con la bocca di sterco iniziarono a mettere scene di sesso in televisione
iniziarono a mettere tette, culi e cazzi ovunque
e i lavoratori si sentirono stimolati sessualmente sempre e comunque
ed i peni tornarono ad issarsi
i lavoratori eran continuamente distratti
e la loro distrazione servì come assenso per gli uomini con la bocca di sterco
ed innalzarono l'età pensionabile ancora un di un altro piccolo poco
Ma poi il sistema economico degli uomini con la bocca di sterco, essendo fatto anche esso di sterco, iniziò a vacillare e si iniziò a parlare di crisi
si, signori e signore, LA CRISI!!!!!
ed allora, per il bene comune, si decise che i lavoratori avrebbero dovuto lavorare di più, più a lungo e, se possibile, ad un salario più basso: d'altronde era colpa loro se questa crisi era sbocciata, erano loro quelli che stavano tutto il giorno col pene issato e le cosce divaricate a fare l'antico gioco del ficca-ficca anziché adoperarsi nel loro lavoro e risultare produttivi. La Cina era sempre più vicina e lì i lavoratori costavano meno poiché lavoravano tanto e avevano meno esigenze rispetto a quelli straviziati dell'occidente.
Venne innalzata l'età pensionabile e gli anni di contributi necessari iniziarono ad assumere l'inquietante ammontare degli anni d'ergastolo in una dittatura centro africana...
Il dramma però fu che ciò risolse ben poco: i nostri lavoratori venivano succhiati fino al midollo e molti di loro iniziarono a morire sul posto di lavoro. La sostituzione dei morti iniziò a divenire problematica poiché ormai i lavoratori, non avendo più tempo libero se non per dormire, non facevano più sesso e, di conseguenza, non si riproducevano, rendendo il bacino di risorse umane dal quale attingere sempre più ristretto (ovviamente servì a poco o nulla abbassare l'età di abilità al lavoro a 9 anni).
In Cina il problema si era presentato molto anni prima ed era stato risolto introducendo, al posto degli operai morti, degli androidi ad alta resa. In un primo momento anche qua in Occidente venne proposta una soluzione del genere  ma i sindacati storsero un po' la bocca e quindi si decise di devolvere dei fondi alla ricerca universitaria per trovare una via d'uscita a questo problema. Per l'università italiana quelli furono anni d'oro dopo lustri su lustri passati ad incarnare il ruolo di cenerentola delle istituzioni.
Alla fine venne trovata una soluzione, una soluzione che venne denominata "modernizzazione del lavoratore": gli operai morti venivano caricati su delle camionette (si, tipo quelle di Auschwitz ma non vi mettete subito a fare i coccolaebrei e datemi tempo di finire) anziché sepolti e condotti dentro a dei laboratori; dopo pochi giorni l'operaio morto era di nuovo in vita, pronto a lavorare 23 ore su 24 (un'ora veniva impiegata alla manutenzione dell'operaio stesso), privo di desideri sessuali, senza acciacchi e senza quelle inutili debolezze che caratterizzavano la sua precedente esistenza da "lavoratore semplice". Per strani motivi parole come "androide", "robot", "replicante" vennero cancellate dai vocabolari.
I sindacati si trovarono concordi con la soluzione della "modernizzazione" poiché a loro detta "la dignità dell'essere umano non veniva intaccata ma anzi migliorava le sue performance sia in capo lavorativo che quotidiano"
I ricercatori scomparvero pochi mesi dopo questa entusiasmante invenzione (malelingue sostennero che vennero fatti eliminare dagli uomini con le bocche di sterco per non far arrivare i progetti ai cinesi)
Il Mondo da lì a poco si trasformò in un enorme catena di montaggio ove mani subumane si passavano pezzi su pezzi lungo un nastro trasportatore,
ove mani subumane creavano confezioni,
ove mani subumane inscatolavano prodotti,
ove mani subumane caricavano i furgoni guidati da mani subumane,
ove mani subumane scaricavano i furgoni,
ove mani subumane riempivano gli scaffali e ove nessuna mano li svuotava poiché gli uomini dello sterco non avevano più desideri ed insoddisfazioni sulle quali fare leva,
il genere umano "semplice" era irreperibile ed il nuovo genere umano "modernizzato" non aveva desideri se non quello di essere produttivo....
Presto l'intero globo si trasformò in un deserto popolato solo da prodotti di consumo che, ormai, straripando dagli scaffali, formavano cumuli altissimi di materiale inservibile.
I "lavoratori modernizzati" non ebbero più nessuno che potesse fargli la manutenzione poiché anche gli ingegneri adibiti a tale compito erano morti senza lasciare prole e una mente istruita in tali mansioni poteva essere programmata solo da uno dei ricercatori che avevano lavorato a tale soluzione ma che, come poc'anzi riportato, scomparvero nel nulla pochi mesi più tardi la loro strabiliante trovata.
Presto i "lavoratori modernizzati" smisero di essere produttivi e si accasciarono al suolo.
la pioggia decompose le confezioni dei prodotti
il fango mangiò i prodotti
Il pianeta terra divenne una poltiglia unica
di circuiti, polietilene, metallo, nylon, lattice e resti umani putrescenti
fino a che il sole non lo inghiottì
rimanendone disgustato

martedì 6 marzo 2012

La bara d'eroina

Bene specificare che ho utilizzato il termine eroina non perché io sia totalmente distaccato dal mondo attuale e creda di vivere ancora negli anni '80, ma solo perché mi tornava bene con il gioco ero-ero un tempo- ero nel senso di eroina e anche perché i cocainomani non si ritengono veri drogati (pur essendo i peggiori della categoria) e, considerato che la maggior parte di voi è cocainomane, questa poesia sarebbe stata poco compresa: l'eroina continua ad avere quel certo non so che di maledetto e affascinante (sarà la sua connivenza con il rock'n'roll) che la rende sempre più suggestiva e comunicativa agli occhi delle masse becere, bieche e, appunto, cocainomani come voi!
Ricordatevi comunque che, per quanto molta gente non lo voglia riconoscere (e voi cocainomani siete i primi), tutti siamo dipendenti da qualcosa ed in questo qualcosa ci rifugiamo per nascondere la nostra insicurezza ed il nostro terrore agli occhi degli altri. Bello comunque è realizzare che questo qualcosa finisce sempre, in un modo o in un altro, per ucciderci: un rifugio comodo ed attrezzato che all'improvviso si tramuta in bara

Ero felice
ero contento
nel senso che lo ero
un tempo e non adesso
come quando ti fai di ero
nel senso di eroina
stessa sensazione
un po' meno estatica
ed un po' più sbarazzina

poi come da sempre si sa
tutto finisce in cenere
e la scontentezza
ritorna ad esser triste onere
e per far da paramento
al tragico accadimento
t'inizi a fare d'ero
solo che stavolta
sul serio
per veder se torni a stare come prima
riesumar la stessa sensazione
magari un po' più estatica
ed un po' meno sbarazzina

in epoca moderna
si ricorre agli additivi
per mascherare la tristezza
e sembrare più cattivi
in epoca moderna
la droga si fa armatura
poiché di affrontar il dolore a viso aperto
abbiam tutti paura

lunedì 5 marzo 2012

...E il lunedì: Sport!!!! La scalata della compagine pluridecorata del Milan (quella con il presidente ameno)

In questo fine settimana ne son successe di cotte e di crude anche se in pratica non è successo un cazzo di rilevante: il Milan ha vinto e la Juventus ha pareggiato tra le polemiche, nel senso che è successo qualcosa di scandaloso che non so riportarvi poiché non guardo le partite di gioco pallone in quanto le trovo molto tediose. Ora accade che, anche se ha una partita in meno, la Juventus si è fatta rimontare dal Milan che ora darà battaglia alle zebre al fine di dargli fastidio e vincere la coccarda tricolore al posto loro (mannaggia mannaggia!!!).
Del resto delle partite non ve ne parlo per due motivi molto semplici:
1) Non so cosa abbiano fatto ( che volete? la mia fonte per il pallone sono i miei colleghi che tifano tutti per squadre banali)
2) Quest'anno lo scudetto se lo giocano Milan e Juventus, le altre squadre stanno lì solo per fare volume, credo sia evidente
Lascio l'argomento pallone con un ultima riflessione:
Certo che bisogna proprio essere di froci sfegatati per stare quasi due ore davanti ad un teleschermo ad osservare degli uomini in bermuda che si rincorrono in un prato!
Per quel che riguarda gli altri sports non so che dirvi ( ma perché, si praticano altri sports in Italia a parte il gioco pallone?) a parte che tipo, da qualche parte nel mondo, c'erano dei tizi che correvano con delle moto su una pista adibita a tale scopo e che uno di loro (che parrebbe essere italiano) dopo esser quasi morto ha recuperato sugli avversari ed è arrivato tipo secondo, ma non lo so se è vero o se mi confondo con della roba che è successa la scorsa settimana.
Vabbé
pazienza
Un giocatore juventino fa il micione durante la partita col Chievo per deliziare i suoi tifosi e regalargli fantasie sessuali senza eguali

Racconto porno

Mi sveglio la mattina e la voglia di sesso mi travolge, figure di donne nude appaiono adesso ai miei occhi e mi avvinghiano in coiti estenuanti: se non chiavo entro le cinque di pomeriggio mi sa che m'ammazzo.
Io sono un tipo un po' così, se non trombo è come se non esistessi, credo che svanirei nel nulla cosmico ed ivi rimarrei a fluttuare inconsistente ed irreale ma pur sempre coi coglioni doloranti!
Ma ora basta con le chiacchiere autocelebrative, ora è giunto il tempo d'agire: afferro il cellulare dotato di tecnologie particolareggiate e chiamo subito la mia girlfriend:
"pronto"
"pronto zucchero della mia vita che fai oggi pomeriggio?"
"Mah avrei voglia di stare in casa ad essere sincera"
"me ne sbatto, ho in mente grandi cose per te: gite, avventure, sesso spinto in posti selvatici"
"mmmmm, non lo so dovrei pensarci, poi sono anche in parola con la Mimma le ho detto che la accompagnavo a fare shopping al centro commerciale!!!"
"Manda quel gomitolo di merda a farsi fottere, oggi vieni con me nei posti dell'ammore romantico!"
"Seeeeeee! tanto lo so che andiamo a rifinire nella zona industriale di un qualche posto del cazzo"
"Ma cosa stai dicendo zucchero della mia vita??? senti che programma: ti passo a prendere alle 3, poi ti porto al mare a mangiare un gelato, poi aperitivo in spiaggia, poi cena di pesce e poi...."
"E poi?"
"Beh, e poi c'è la sorpresa!!!"
"no davvero e poi?"
"Eh se te lo dico subito che sorpresa è?"
"E vabbè dai, ci vediamo alle tre!"
"va bene zucchero della mia vita!"
"Ciao amore e mi raccomando la sorpresa!"
"Non preoccuparti, ciao"
Vabbè, è ovvio che la sorpresa non c'è ma se non tiravo fuori una qualche cazzata questa se ne andava al centro commerciale con quella vacca putrida della Mimma ad annusarsi la fregna a vicenda! Se stasera mi chiede la sorpresa vorrà dire che la porterò nella zona industriale di un qualche posto del cazzo e poi le tirerò fuori il mio capitone con un fiocco regalo legato intorno!
Insomma son le tre, lei esce ed è splendida: minigonna, corpetto, tacchi alti, smalto rosso (ma rosso proprio da troia) e occhiali scuri. Subito subisco l'effetto e mi compare un'erezione vistosa: ve l'avevo detto che ho voglia di chiavare!  Lei sale in macchina ed io metto in moto, ma non riesco a resistere e spengo il motore buttandomi su di lei con furia e passionalità ma lei mi tira uno schiaffo e mi fa:
"Cristo santo, siamo sotto casa mia! Ce la fai ad a tenere un comportamento umano per lo meno fino all'uscita  della superstrada?"
"proverò!" faccio io con la bava alla bocca
ma il desiderio di sesso arde in me e non riesco a toglierle gli occhi di dosso, ma talmente tanto addosso che al primo incrocio mi produco subito in un frontale con un'altra macchina. Merda.
La mia girl si mette ad ansimare fortemente e poi scoppia a piangere. La afferro per un braccio e la faccio uscire di macchina: è visibilmente shockata dall'urto anche se, apparentemente, non dovrebbe essersi fatta niente. Dall'altra auto coinvolta esce un signore sui 50, si tiene il collo al fine di simulare il colpo della frusta e mettermi nei casini con l'assicurazione. Bastardo di merda.
Intanto la mia girl si è seduta per terra a gambe divaricate (la paura le ha fatto dimenticare il pudore), tiene la testa tra le mani e continua a piangere; a vederla così indifesa e addolorata mi viene ancora più voglia di prenderla, sbatterla sul cofano della macchina e farmela da dietro senza tatto ne riguardo: sto vantando un'erezione di dimensioni bibliche!
Arrivano i vigili insieme all'ambulanza e al carrattrezzi: vengono raccolte testimonianze, prese delle misure, elencati i danni. L'infermiere sul mio reperto scrive che io appaio sempre in un evidente stato confusionale per via dell'incidente ma in realtà è perché riesco solo a pensare a fottere la mia girl dentro all'ambulanza.
Ci caricano tutti e tre sull'ambulanza ed io ce l'ho durissimo e nel vedere la mia girl distesa sul lettino quasi svengo dall'eccitazione.
Ci scaricano poi al pronto soccorso, prima portano a far visitare il signore col finto colpo della frusta. Resto in sala d'attesa con la mia girl e lei mi si addormenta addosso: adesso non vorrei stare qui con lei perché tanto ormai lei è k.o. e son convinto che anche se non avesse nulla di sicuro stasera non si scoperebbe; dimmi te che giorno del cazzo.
Sento i coglioni che m'iniziano a far male, non posso stare qui con lei, devo trovare un anfratto nascosto dove potermi fare una sega...
Davanti a me passano donne di tutti i generi: cougars, milfs, barely legals, ebony, midgets e anche gilfs; io me le scoperei tutte in questo momento, senza usare premura. Intanto il male alle palle aumenta
Il signore col finto colpo di frusta esce e, ovviamente, sfoggia un bel collare (pezzo di merda!!!! pezzo di merda!!!!) chiamano anche la mia girl per la visita.
                                              Io mi alzo e vado in bagno:
                 va bene la giornata di merda ma ora anche il male ai coglioni no!
Eiaculai nel bagno dell'ospedale
ricchi fiotti giù nello scarico
per la mia soddisfazione
                                             alla fine ne è valsa la pena