Le cose ove lavoro si deteriorano sino al disfacimento delle nostre certezze il giorno in cui Bartalecchio acquisì l'utilizzo di una motoretta ultimo modello, veramente uno sfacelo. Ogni mattina arrivava con indosso tutto il vestiario specialistico di chi conduce tale veicolo e le impiegate, lungo crinite e biondo ossigenate, dell'azienda facean mucchiolo intorno a lui al fine di stenderne le lodi. Si sentiva importante quel martoriato fisico e, nonostante i denti marci e gli arti asimmetrici, facea lo spavaldo all'interno della catena di montaggio.
Onestamente lo preferivo negli anni '90 quando, giovane e non ancora debilitato mentalmente, assumeva pasticche fosforescenti presso le discoteche della costa, sfoggiando un gusto nel vestiario pari a quello di un suino. Era più umile e meno fanfarone ed, in più, le donne lo evitavano come e quanto evitavano tutti noi altri poveri ingranaggi di una macchina denominata industria del metallo; eravamo eguali all'epoca e potevamo essere e sentirci uniti, ma da quel momento in poi, purtroppo, più così non fu. Oramai ci nutrivamo di cibi aziendali presso la mensa mentre lui andava a mangiare l'aperipranzo con le impiegate che, con una certa frequenza, era solito amare in modo erotico sopra alla tazza del water nei gabinetti dei bar che all'interno vantavano l'utilizzo di luci alogene. Smesso di onorarci del suo saluto, rivolgendoci lo sguardo come si rivolge ad uno stuolo di ciuchi azzoppati e prepensionati; è mai possibile conseguire l'utilizzo della stima delle alte sfere tramite l'acquisizione di un oggetto effimero quale la motoretta? Ciò ci svilì e ci troncò quell'entusiasmo enfatico nei confronti dell'ambiente lavorativo che, a dire il vero, ci è sempre un po' mancato... Ricordo ancora come che fosse un incubo il giorno in cui, tanto per dirne una, anche la titolare massima dell'azienda ove tutti, anche lo sgorbio in motoretta, prestiam servigio, si mise ad ammirare lo strumento metallico da trasporto pesi medi del Bartalecchio e lui, come un ratto da monta, si recò subito presso la multimiliardaria con lo scopo di:
A Farci vedere quanto lui fosse gagà e noi solo dei poveri mendicanti cui la titolare non tributa neanche uno sguardo
B Srotolare la lingua fino a lunghezze impensate ed applicarsi, con forza e decisione, all'operazione di lavaggio del deretano della stolida padrona in questione
Che disdetta fu quindi vederlo promuovere nel giro di pochi giorni da semplice operaio a organizzatore supremo del lavoro di fabbrica. Vederlo passare a bordo della sua motoretta a impartire direttive e comunicati dittatoriali a noi poveri cani da slitta era una delle cose più umilianti che ci erano successe dal giorno della nostra assunzione all'interno dal loculo lavorativo ove eravamo stati chiamati a scontare quella pena che i più ottimisti continuano a chiamare vita. E così ci decidemmo ed, aprendo indecorosi mutui, acquisimmo la motoretta pure noi: adesso ci potevate scorgere tutti scorreggianti a bordo delle nostre (????) motorette nuove di fiamma all'inseguimento isterico di una rivalutazione a livello lavorativo, ma ormai purtroppo la motoretta era entrata negli usi e costumi del genere umano tutto e chiunque, sempre e comunque aprendo indecorosi mutui, ne sfoggiava per lo meno una a famiglia. La sconfitta più clamorosa fu quando Il Bartalecchio, forte della sua promozione e del conseguente stipendio fanfarone, vendette la motoretta e si presentò a lavoro con un macchino gigante che, se uno ne esprime il desiderio, può essere utilizzato non solo per occupare due posti macchina in città ma anche per inquinare la natura durante le gite fuoriporta...
Ci sentivamo sconfitti et amareggiati, gli eventi ci avevan dato torto e comprendemmo che la lungimiranza era una dote che mancava a noi e che in Bartalecchio, in verità, abbondava e convenimmo all'unisono di pensiero comune che alla fine un tizio così profetico altro non poteva che essere il nostro organizzatore supremo del lavoro di fabbrica. Avevamo aperto mutui dalle scadenze lente e gongolone, oltre che per la motoretta anche per la casa, la auto e i videogames del bimbo, e adesso guardavamo le nostre motorette come un branco di leoni affamati guarda la preda già consumata dai condor e dalle jene.
Fossimo meno stronzi ed intrisi di cazzate forse avremmo desideri più dignitosi
Fossimo più coscienti di chi siamo e cosa vogliamo forse non staremmo a farci guidare dall'invidia dell'oggetto nelle altrui mani ma solo e solamente dalla volontà di essere migliori, di essere oltre
Fossimo più interessati a quello che veramente ci riguarda forse anche chi ci rappresenta non sarebbe una persona ignobile e sfrontata e sprezzante e arrogante
ed invece niente,
siamo in fila un'altra volta presso le nostre banche di fiducia al fine di conseguire un altro mutuo ingrato per acquisire un macchino gigante che, se uno ne esprime il desiderio, può essere utilizzato non solo per occupare due posti macchina in città ma anche per inquinare la natura durante le gite fuoriporta...
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