martedì 13 dicembre 2011

morte all'associazionismo (ma anche a Jovanotti)!!!!

Piccola nota introduttiva:
Non sono uso lasciarmi appassire da quella malattia chiamata compassione  o da quel morbo chiamato pietà ma questo racconto volevo dedicarlo A Francesco Pinna, ragazzo di soli vent'anni, morto schiacciato da un'impalcatura mentre stava lavorando (al nero) alla costruzione del palco destinato a quel ciucciasedani di Jovanotti. Molto strano che un'icona dell'odierna sinistra permetta che della gente assunta al nero lavori per lui, davvero molto strano. 
Questo racconto è dedicato a Francesco, vittima di una società basata su valori sbagliati e falsi, e anche a Jovanotti che i valori sbagliati e falsi li rappresenta benissimo. Dedicato a tutti quelli che predicano o per tornaconto o perché se lo possono permettere e che alla fine si rivelano peggiori dei vari Marchionne o Della Valle. 


Ma non so se avete presente quel tipo di tipi che, ad un tratto, sbucano fuori nel mezzo di cammin di vostra vita e aprono la bocca dandogli fiato donandovi quel senso d'insicurezza nei confronti del futuro e di disprezzo guardando nel vostro passato prossimo e/o remoto?
Quel tipo di tipi vestiti in pigiama, i capelli lunghi, le ciabatte, le collane coi rimandi alle culture pezzenti, gli anelli ricavati dalle ossa di bestie fatte estinguere al solo fine di fabbricare gli anelli stessi e con la voce corrotta dal concetto di "Vivi piano, stai rilassato" quando tu rilassato non lo puoi essere sia per contratto di lavoro che per la definizione di essere umano che ti è stata affibbiata quando eri un misero pargolo disperso tra le onde del destino.
Tutto inizia con un " Ciao, come stai?"
e lui, con espressione fintamente distaccata di chi vorrebbe darti ad intendere che non si sta dando delle arie ma in realtà, ebbene si, si sta dando delle arie: "Beh io bene, sto lavorando in una cooperativa per bambini disabili, dovresti vedere: un lavoro fantistico! E tu?"
"beh, io faccio sempre il magazziniere"
"Mah guarda, io non riesco a capire come si possa fare un lavoro così egoista. Cioè alla fine lo si fa solo per i soldi, mentre nel mio lavoro ci si da da fare per gli altri, per quelli che non ce la fanno!"
"Boh ma io ho bisogno di guadagnare entro una certa cifra, sai com'è, l'assicurazione dell'auto, l'affitto, le bollette. Per quanto ne so io il lavoro che fai tu non è ben retribuito"
"mah guarda, io vivo con dei miei amici e ce la faccio benissimo, nella vita basterebbe accontentarsi"
"ah si? e dove abiti scusa?"
"Eh, abito a Merdano sul Cazzomiglio appena fuori dal paese..."
"ah, non credevo esistessero case fuori da Merdano..."
"eh ma infatti è una casa ricavata da un ex-granaio, ci abbiamo lavorato tutta l'estate per adibirla ad abitazione"
Poi ti saluta e se ne va.
Tu rimani lì come un imbecille a pensare quanto tu sia stronzo ed egoista, arrivi a crederti anche un miserabile poiché ti applichi poco per gli altri ed il tuo lavoro, effettivamente, non è che serva a molto a parte a far arricchire il tuo padrone ( che degli handicappati non gliene può fregar di meno)  e a donarti quella miseria per farti arrivare a calci nel culo a fine mese e a garantirti una sofferta indipendenza dai tuoi genitori.
Poi ti vengono a mente delle cose
Poi ti viene a mente chi è veramente quello stronzo in pigiama e sandali da idiota
Poi ti viene a mente che suo padre è dirrettore della Deutsch Bank
Poi ti viene a mente che questo stronzo si mette a fare il poveraccio ma è da quando son finite le superiori che si fa mantenere dal papi per non fare un cazzo dalla mattina alla sera ed impiegando l'enorme quantità di tempo a lui disponibile predicando ai poveri disgraziati come te concetti come l'altruismo e la povertà. Proprio lui che neanche sa cosa significhino, proprio lui che li ha imparati leggendo un manuale di tarocchi di Jodorovsky (che pena...)
A quel punto cresce la tua rabbia ed inizi a riflettere. E rifletti sul come mai i figli delle persone più ricche  oltre che essere più ricchi, si mettano anche a volerti insegnare come si sta al mondo. E rifletti su cosa li spinga a volerti insegnare il concetto del "sapersi accontentare" loro che sono ricchi sfondati. E rifletti sul fatto che nella vita è possibile passare una gioventù da disgraziato quando sai che alla fine di essa c'è una villa con piscina, troie e cocaina ad attenderti. E rifletti anche sul fatto che il lavoro di questi stronzi viene creato dagli appalti che comuni, province e regioni assegnano alle cooperative alle quali essi appartengono. E d'improvviso realizzi che tu gli stai pagando lo stipendio
tu gli stai pagando il granaio
tu stai nutrendo il suo ego da novello san francesco del cazzo a suon di quattrini
i tuoi a quattrini
a lui  che di quattrini non ne ha mai avuto bisogno
Lui....
E allora inizi a correre, a correre come un disperato, lo avvisti da lontano mentre è ad un bar carico di effigi di Cuba e del Che Guevara ( terzomondista del cazzo) mentre consuma aperitivi equo solidali. L'ultima corsa e sei di fronte a lui. Lo afferri per i capelli e lo costringi ad alzarsi. Lo picchi prima al volto e poi, mentre è disteso per terra, lo riempi di calci nello stomaco. Poi gli costringi la faccia in una pozzanghera di piscio di cane mentre lui piange e ti grida "BASTA!!!! TI PREGO!!!!"
Molli la presa e ti volti, deciso a riprendere il tuo cammino
Lui, ridotto ad una maschera di sangue, piscio e lacrime, si gira verso di te:
"Cioè fratello, perché mi hai fatto questo? Noi dobbiamo vivere in pace!!!!"
tu ti giri, ti riavvicini a lui e gli molli un altro calcio nel costato
"Nessuna pace, perché la vita è guerra e oggi tu l'hai persa"

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