Ci son dei mastri del disagio che circolano felici nei campi elisi dello sconforto e della rassegnazione, uno di questi è Julien Louvet che, oltre che avere un nome da finocchio, è la persona che sta dietro al monicker Austrasian Goat ( all'interno degli yrsel c'è da nominare anche un tizio svedese, CJ Larsgarden, che non ha un nome da finocchio ma di merda ed ha suonato in gruppi che non conosco e quindi se non li conosco vuol dire che fanno cagare...). Ivi il Julien si butta anima e core a sganciare dei droni potenti sulle masse, stordendole poi con dei giri di chitarra acustica atti a riesumare tradizioni millenarie come, tipo, il toccarsi i coglioni quando passa un gatto nero o fare le corna quando uno ti fa gli auguri. Il disco è molto bello però conta solo su tre canzoni di cui una ( l'iniziale Exauguration), di venti minutini approssimando per difetto, atta al solo riesumare in voi un atavico desiderio di morte che credevate ormai sepolto dopo anni di psicologo. Mi spiace raga ma purtroppo lo spirito dei giorni odierni ci obbliga a farvela prendere malissimo donandovi ascolti che, più che con la musica, hanno a che fare con le disgrazie ed il malessere
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