venerdì 3 giugno 2011

UNA SERA AL CINEMATOGRAFO: Volevo solo dormirle addosso 2004

C'è questo tizio che è un tipo intraprendente che lavora in un'azienda ove svolge il mestiere di quello che motiva la gente che si vuole ammazzare per motivi relativi al lavoro all'interno dell'azienda stessa. Egli sta insieme ad una rompicazzo coi capelli rossi che, com'è ovvio, fa la commessa in uno di quei negozi dove vengono vendute scarpe costruite con materiali scadenti ma griffati e quindi costosi. 
Ad un certo punto, dati i suoi brillanti risultati in qualità di tirapiedi, viene promosso in qualità di quello che deve licenziare la gente visto che l'azienda, per poter aumentare le ore di lavoro al giorno, ha bisogno, com'è ovvio da secoli in Itaglia, di diminuire il personale: il giovane, essendo molto intraprendente e parecchio stronzo, accetta immediatamente. Il lavoro però non risulta essere facile ed il giovane intraprendente si trova a scontrarsi con una classe impiegatizia che, chi sa come mai, non vuole saperne di rassegnare le dimissioni. Il giovane si dispera e decide di chiavare la fidanzata rosso crinita nell'orifizio anale in cerca d'ispirazione: la cosa purtroppo non gli dona giovamento e decide di andare a puttane. Per sua fortuna rimorchia una negra incredibile che lo chiaverà a morte da metà film fino in fondo. Alla fine il giovane riceve l'illuminazione e si licenzia lasciando tutto il pubblico interdetto...
Eugenio Cappuccio conferma l'opinione che ci eravamo fatti di lui coi due precedenti lungometraggi: un regista che parla di lavoro e che dovrebbe cambiare lavoro. La fotografia è una merda, la sceneggiatura sembra presa da un libro di Bruno Vespa, gli attori andrebbero deportati in un centro rieducativo per poveri stolti con deficit pesanti. L'unica cosa che si salva è la negra che denota il possesso di un culo da paura, due tette da urlo e due cosce impossibili... peccato però che è negra....

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