Niente da fare, trovo più interessanti i dischi che le mie elucubrazioni. Rieccomi dunque con un altro entusiasmante reperto di cui non frega un cazzo a nessuno e, per certi versi, meglio così. I Balaam and the angels erano un gruppo di persone coi capelli cotonati e col trucco da trans nel viso però facevano musica triste, poi, per far felici i punk abbestia e le loro teorie sul music business, appena firmato per una major iniziarono a prodursi in un dream pop scialbo e privo di spessore, diventando così la barzelletta di tutto il gothic rock a loro contemporaneo. Questo 12" appartiene ( com'è ovvio) al periodo mesto e sconsolato del gruppo e, se non erro, dovrebbe essere il primo di una serie di tre dodici pollici prima dell'orribile debacle su major. Peccato.
Sembra di leggere dei Carillon del dolore, mi accingerò ad ascoltare.
RispondiEliminacosa te ne è parso alla fine?
RispondiEliminaNon è malvagio ma forse ho bisogno di qualche ascolto in più.
RispondiEliminaSound ottantiano e si sente, le prime due si possono fin considerare di oggi... roba come My chemical romance e altri che mi rifiuto di ascoltare. Le ultime invece le ho trovate tristi, non propriamente malinconiche ma più "sentite" emotivamente. Nel complesso positivo.