lunedì 2 maggio 2011

Spires that in the sunset rise- curse the traced bird 2008

Con questo disco si torna sul discorso da me già iniziato il 12 Dicembre 2010 e cioè quello di dimostrare al mondo che non sono un misogino di merda come il papo maialo Giovannone di Polacchia. Lo so lo so, da quella data ad oggi non ho fatto altro se non dimostrare che sono anche peggio di un misogino ma quest'oggi il femminismo militante sta per subire un sonoro colpo basso e quindi stramazzare al suolo, vittima della sua stessa inconsistenza, Io, di par mio, ne uscirò vincitore e, munito della mia nuova immagine pubblica di persona super open minded, potrò ricevere sconti dalle prostitute che stanno in zona Saint Gobain a Pisa. 
Lo so, è dura essere femmine al giorno d'oggi: svestite, scosciate, siliconate, minigonizzate, altotacchizzate, strappate all'improvviso dalla dimensione domestica della casalinga di Voghera e buttate nel calderone ingrato dell'arrampicata sociale insieme a persone come la Brambilla e la Marcegaglia ( persone simpaticherrime peraltro) ove le donne tutte son condannate a rimanere in bilico tra il modello dell' imprenditrice vestita moderna ed il tegame di basso bordo ( figure più care ai registi porno che ai movimenti femministi degli anni '70). Ma, interroghiamoci, tutto questo è giusto? Esiste un modello alternativo alla pomposa femmina finto occhialuta con la minigonna, la camicetta con le puppe in bella vista e la perenne invidia del pene in testa? Dovremmo forse noi uomini sbattercene il cazzo e continuare a pensare alla formazione del milan per la prossima di campionato? 
La risposta è in questo disco, scritto, suonato e prodotto da quattro donne che, con la Marcegaglia e la Brambilla, hanno poco a che vedere. In più, meglio dare un'ascolto a questo disco che sprecare le meningi a pensare ad una cosa da stronzi come la formazione del milan

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